giovedì 14 aprile 2022

Una marea di multe illegittime non fermerà la mobilitazione per l’acqua bene comune

A fine agosto 2021 l’Associazione Acqua Bene Comune ONLUS è stata letteralmente investita da uno spropositato numero di multe per affissione di manifesti per un totale stratosferico di circa 29.000 euro. L’enorme sanzione si riferirebbe all’affissione di poche decine di manifesti che pubblicizzavano la manifestazione nazionale “Beni comuni, acqua e nucleare: indietro non si torna” promossa per il 12 giugno a Roma in occasione del decimo anniversario del referendum sull’acqua.

Tale manifestazione è stata promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, ossia una rete informale costituita da centinaia di comitati territoriali, organizzazioni nazionali e singole persone che da oltre quindici anni sono accomunati da una visione dell’acqua come bene comune e impegnati per una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico integrato, per il pieno riconoscimento del diritto all’accesso all’acqua e più in generale per la difesa dei beni comuni.
Non è certamente ipotizzabile che tutte le realtà e tutti gli individui che abbiano partecipato, negli ultimi 15 anni, alle discussioni sui temi dell’acqua pubblica e alle relative manifestazioni condividendone temi e contenuti possano essere considerati tutti, indistintamente, - e solo in ragione della condivisione di valori ed idee in relazione alla pubblicizzazione dell’acqua - responsabili per una violazione amministrativa relativa all’affissione di alcuni manifesti sul tema.
A tal proposito sembra sia stata adottata la nota strategia repressiva “colpirne uno per educarne cento” che tende a criminalizzare una battaglia politica e non ha alcuna base giuridica.

Ma soprattutto va considerato che, trattandosi di un manifesto di natura politica, esso rientra nel “diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” sancito dall’art. 21 della Costituzione.
Pertanto, risulta evidente che si tratta di un’operazione volta a far desistere dal proseguire un percorso e una mobilitazione a difesa di un bene comune come l’acqua e della volontà popolare espressa con i referendum del 2011.

La modalità di comunicazione di suddette sanzioni rende ancora più inammissibile e per certi versi inquietante il tutto visto che sono state recapitate 68 distinte raccomandate contenenti ciascuna la contestazione di una distinta violazione amministrativa pur trattandosi di verbali redatti, sostanzialmente in fotocopia, riportanti il medesimo orario e le generalità dei medesimi verbalizzanti.
La moltiplicazione dei provvedimenti ha comportato la determinazione di una sanzione del tutto sproporzionata e abnorme e soprattutto una seria compromissione del diritto di difesa.

Riteniamo si tratti di comportamento illegittimo e vessatorio da parte dell’amministrazione pubblica e per questo l’Associazione Acqua Bene Comune Onlus ha presentato ricorso al Prefetto ed è stata audita il 12 aprile.
Ci teniamo a ribadire che ciò non fermerà la battaglia a difesa dell’acqua bene comune il cui percorso prosegue sempre con rinnovato impegno.

Roma, 14 Aprile 2022.

Associazione Acqua Bene Comune

mercoledì 23 marzo 2022

Giù al Tevere: dossier sull’attività di monitoraggio partecipato del fiume Tevere

 

Quello svolto quest'anno è stato un gran lavoro per capire lo stato di salute delle acque del Tevere a cui abbiamo contribuito come Coordinamento Romano Acqua Pubblica.
Emergono diverse criticità nonostante qualcuno si ostini a dichiarare che "il Tevere è il fiume più pulito del mondo!".
E allora come mai si sono verificate 3 grandi morie di pesci tra il 2020 e il 2021?
Si tratta di un fenomeno che non si verifica in nessun altro fiume di pari dimensioni in Italia e in Europa.
Ma va tutto bene, madama la marchesa!
E ce lo vorrebbero pure dare da bere ... attraverso 2 potabilizzatori
Proseguirà anche quest'anno il monitoraggio per comprendere fino in fondo cosa succede al fiume di Roma.

martedì 22 marzo 2022

Roma Capitale approva mozione per lo stralcio dell'articolo 6 del DDL Concorrenza

Oggi 22 marzo 2022, Giornata Mondiale dell'Acqua, portiamo a casa un gran risultato: l'approvazione in Consiglio Comunale di Roma Capitale della mozione con cui si chiede lo stralcio dell'articolo 6 del DDL Concorrenza.
L’articolo 6 punta a rendere residuale la gestione pubblica dei servizi essenziali, per cui gli Enti Locali che opteranno per tale scelta dovranno “giustificare” (letteralmente) il mancato ricorso al mercato e come questa norma porterà a un forte restringimento del ruolo degli Enti Locali espropriandoli di una loro funzione fondamentale come la garanzia di servizi e dei diritti ad essi collegati.

In estrema sintesi dal DDL emerge un approccio che tende a ribaltare l’impostazione sulla gestione dei servizi pubblici locali per cui la regola diviene l’affidamento al mercato e l’eccezione la gestione pubblica.
Inoltre, la concorrenza da regola assurge a principio “tiranno” che prevale sui principi fondamentali dettati dalla Costituzione.

Un ringraziamento particolare ai Consiglieri Alessandro Luparelli e Michela Cicculli per aver presentato la mozione e averci creduto!
Un grande grazie al Coordinamento Romano Acqua Pubblica per essersi attivato e aver lavorato affinchè fosse approvata.

mercoledì 15 dicembre 2021

Il Forum Acqua partecipa allo sciopero generale promosso da CGIL e UIL per il 16/12

 

Il nostro giudizio sulle scelte di politica economica e sociale portate avanti dal governo Draghi è fortemente negativo.
In particolare riteniamo che l’impianto e la filosofia di fondo che muove la Legge di stabilità siano profondamente sbagliati e non in grado di dare risposte ai problemi che emergono nel Paese, procedendo in una direzione contraria rispetto ad un’idea di costruzione di un nuovo modello produttivo e sociale, capace di creare sviluppo di qualità, nuova e buona occupazione, redistribuzione del reddito e inclusione sociale, oltre a non mettere in campo azioni efficaci per una giusta transizione ecologica e per contrastare i cambiamenti climatici. La manovra sta in un asse di coerenza con l’impostazione di fondo del PNRR, e cioè quello di pensare al mercato, al suo sostegno e alla sua creazione, non solo come regolatore dell’economia ma, nonostante le evidenze note da anni, anche come la soluzione di tutte le problematiche della società. Da qui, non casualmente, procede l’intenzione di promuovere una nuova ondata di privatizzazione dei servizi pubblici, come è ben esemplificato nei provvedimenti collegati alla Legge di stabilità, a partire dal DDL Concorrenza.
Questo provvedimento risulta ispirato da un’evidente ideologia in cui la supremazia del mercato diviene dogma inconfutabile, si pone l’obiettivo di chiudere il cerchio sul definitivo affidamento al mercato dei servizi pubblici essenziali ed è in perfetta continuità con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza il quale punta a realizzare una vera e propria “riforma” nel settore idrico fondata sull’allargamento del territorio di competenza di alcune grandi aziende multiservizio quotate in Borsa.

E’ proprio dal combinato disposto tra PNRR, DDL sulla concorrenza e decreto semplificazioni (poteri sostitutivi dello Stato) che il Governo intende mettere una pietra tombale sull’esito referendario svilendo strumenti di democrazia diretta garantiti dalla Costituzione.

Altro provvedimento collegato alla legge di Bilancio è un DDL per l’attuazione dell’Autonomia Differenziata che determinerebbe una lesione alla garanzia di esigibilità dei diritti universali, sociali e politici su tutto il territorio nazionale e alle medesime condizioni rendendo, dunque, impraticabile la realizzazione dei principi a nostro avviso fondamentali e relativi a: la tutela dell’integrità e qualità delle risorse idriche; la garanzia della loro natura pubblica e non mercificabile; l’effettivo riconoscimento del diritto all’accesso all’acqua in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale; la gestione pubblica del servizio idrico integrato.

Siamo convinti che Legge di stabilità, DDL Concorrenza e Autonomia Differenziata creeranno più diseguaglianze e porteranno a più privatizzazioni negando, di fatto, i diritti fondamentali.

Risulta necessario mettere uno stop a questa prospettiva, pertanto, come Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua ci sentiamo impegnati a sostenere e parteciperemo alle mobilitazioni programmate in occasione dello sciopero generale promosso da CGIL e UIL per il 16 dicembre a Roma, Milano, Bari e Cagliari.

14 Dicembre 2021.

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

venerdì 25 giugno 2021

Il diritto all'abitare è una questione primaria

 

La casa, come l'acqua, è un diritto essenziale.
L'art.5 del decreto Lupi, che li nega entrambi, è una norma criminale che va abolita.
Partecipiamo alla manifestazione nazionale di sabato 26 alle ore 15.00 a Roma in Piazza Indipendenza.

IL DIRITTO ALL’ABITARE E’ UNA QUESTIONE PRIMARIA!
SABATO 26 GIUGNO CORTEO NAZIONALE

Grandi opere, nuove colate di cemento, deregulation, ammorbidimento delle norme che tutelano i lavoratori e le lavoratrici a tutto vantaggio di imprese e della rendita, eliminazione delle tutele sociali, fine del blocco degli sfratti e dei licenziamenti per chi è ‘regolare’, mano libera a fondi immobiliari e investimenti speculativi, mentre chi vive e lavora in situazioni ritenute illegali o informali è già sotto attacco: questa, secondo l’attuale esecutivo, sarebbe la ricetta infrastrutturale per uscire dalla crisi.
Evidentemente, nulla ha insegnato un anno di pandemia, in cui la prima invocazione rivolta alle persone per proteggersi è stata quella di restare a casa. Ma come si rimane a casa, se la casa non la si ha, o è perennemente sotto attacco? Dove è il diritto alla salute di chi vive in condizioni alloggiative precarie, inadeguate, sovraffollate e fatiscenti tanto dentro gli affitti privati, quanto nelle case popolari (mal)gestite da istituzioni ed enti più interessati a valorizzare che a manutenere, o che vive con la spada di Damocle dei pignoramenti da parte delle banche? Anche il Ministero alle Infrastrutture, con cui si era aperta un’interlocuzione, appare meno disponibile al confronto e all’ascolto.
È evidente che nel Piano di Ripresa e Resilienza Nazionale non ci sono passaggi degni di nota capaci di affrontare la questione abitativa. Decisamente le richieste crescenti di casa e dignità di abitanti in difficoltà e generazioni sempre più precarie e impoverite le cui condizioni materiali sono state messe ancora più a dura prova dalla pandemia, non vengono recepite. Emblematico è anche l’approccio alla questione dell’edilizia scolastica e degli studentati, dove invece di allestire strumenti in grado di calmierare il mercato privato che sfrutta impunemente giovani precari, il ministro Giovannini ha ben pensato di offrire ulteriore spazio agli investimenti privati, ammorbidendo ulteriormente i criteri di abitabilità. Per non parlare, infine, delle orecchie da mercante fatte alla richiesta di abolire immediatamente gli escludenti articoli 3 e 5 del “Piano Casa” Renzi-Lupi del 2014 che, combinando la negazione della residenza agli abitanti ritenuti senza titolo, e la massiccia vendita delle case popolari, hanno prodotto una negazione sostanziale dei diritti sociali e civili, che ben poco ha da invidiare alle leggi sull’urbanesimo, agli sventramenti e le deportazioni di mussoliniana memoria.
Evidentemente, è troppo profonda la distanza tra chi pensa che occuparsi di politiche abitative significhi fare greenwashing e avviare nuovi cantieri per opere inutili e dannose. Iniziative giustificate con la necessità di far ripartire il comparto delle costruzioni, senza però puntare con decisione sul riuso dell’esistente pubblico e privato finalizzandolo ad una nuova stagione di edilizia residenziale pubblica. Si utilizza il termine social housing per mascherare un abbandono sistematico del ruolo dello stato nella gestione dell’abitare, consegnando di fatto nuovamente nelle mani della rendita e del mercato le soluzioni da mettere in campo. In questo modo si rinuncia al ripristino del controllo pubblico sui canoni di locazione e la pianificazione urbanistica orientata alla cura della città pubblica. Anzi: ancora una volta, come esemplificato dal capitolo Caput Mundi del PNRR, si ritiene che la ricetta per la ripresa sia alimentare quella monocoltura turistica che sottrae alloggi, saccheggia e svuota i territori, e fa da moltiplicatore alla gentrification e ai processi espulsivi dei residenti che non riescono ad essere ‘resilienti’ rispetto alle sempre crescenti pretese della rendita.
Nonostante l’interlocuzione interrotta, la nostra capacità di intrecciare il ragionamento e il conflitto non si è mai interrotta. Ragionando insieme a partire dalle linee dei picchetti antisfratto, dalle piazze, dai cortei, dalla costruzione delle barricate per opporci agli sgomberi delle occupazioni abitative, abbiamo continuato ad aggiungere tasselli a quella proposta popolare di Legge sull’Abitare che abbiamo evocato dal 27 marzo con la petizione ‘Senza Casa Non C’è Salute!’ (www.change.org/LeggeAbitare2021), poi nel corso del Convegno nazionale svolto nell’occupazione abitativa di Metropoliz a maggio 2021, e che oggi sentiamo come più che mai imprescindibile.
Oggi ancor di più di quel 19 ottobre di alcuni anni fa, non possiamo che affermare che la lotta, l’organizzazione, la riappropriazione diretta di reddito indiretto attraverso la casa siano l’unico terreno di riscatto possibile per tutte quelle persone che sono state rese precarie, sfruttate e abbandonate persino dopo la pandemia da istituzioni che pensano che il problema della casa sia una questione di rendita, di profitto del terzo settore, o peggio ancora una questione di ordine pubblico. Ancora una volta, dunque, non possiamo che gettare il cuore oltre l’ostacolo e chiamare a raccolta sabato 26 giugno a Roma tutte le realtà nazionali impegnate sul terreno del diritto all’abitare. Proponiamo di muoverci insieme in corteo alle ore 15 da Piazza della Repubblica per confluire a Porta Pia sotto le finestre del Ministero Infrastrutture e Trasporti per riprendere un confronto prima che la situazione diventi più drammatica.
Facciamo appello all’intero paese per produrre la necessaria pressione e sostenere l’apertura di una mobilitazione permanente per il diritto all’abitare e a decidere sull’uso dei territori e le opere veramente utili. Fermiamo insieme sfratti, sgomberi e pignoramenti, casa e reddito per tutt*!
Movimento per il Diritto all’Abitare
ASIA-USB
Cambiare Rotta- Noi Restiamo


martedì 4 maggio 2021

Decennale referendum: chiamata alle arti per l'acqua bene comune

 

In previsione della mobilitazione per il decennale del referendum su acqua e nucleare, abbiamo condiviso di coinvolgere personalità del mondo della cultura e dello spettacolo affinchè mettano a disposizione la loro creatività per l'acqua bene comune.
A questo scopo abbiamo predisposto una "chiamata alle arti per l'acqua bene comune" così da chiedere ai "vecchi e nuovi" artisti compagn* di strada un contributo al percorso che ci condurrà al 12 e 13 giugno prossimi.
La richiesta è inviare gli eventuali contributi alla segreteria: segreteria@acquabenecomune.org




venerdì 23 aprile 2021

Assemblea degli azionisti ACEA 2021: dividendi, perdite e debiti da record




Ieri si è svolta l’assemblea dei soci di Acea che, come sempre, si è concentrata sull’approvazione del bilancio: nell’assemblea di una SPA quotata in borsa non c’è spazio per altri temi. Ma anche il bilancio, insieme alle risposte ricevute alle domande poste dagli azionisti critici, può dire molto di più di semplici numeri. Ne parleremo anche venerdì 23 alle 18.00 nella Contro assemblea online “Acqua, una questione privata?”

Intanto i dividendi: i soci hanno deciso di spartirsi 170 milioni di dividendi, più degli anni precedenti.

Gli investimenti, anche questi sono in crescita rispetto agli anni precedenti (+14,4%), come lo è l’indebitamento finanziario salito a oltre 3.000 milioni di Euro!

L’AD di Acea ci fa sapere però che questo indebitamento da capogiro è perfettamente normale, e che quindi è anche normale continuare a destinare i soldi delle nostre bollette ai dividendi degli azionisti, piuttosto che reinvestirli nell’azienda.

Ma vediamo gli investimenti nel dettaglio.

Acea ha già realizzato un potabilizzatore dell’acqua del Tevere, costato diversi milioni di euro e, a quanto pare (la trasparenza non è una virtù dell’azienda) mai entrato in funzione.

Ma all’orizzonte ce n’è un secondo, molto più grande: circa 3000 l/s di ottima acqua del Tevere trattata chimicamente, mentre a causa delle perdite idriche se ne perdono circa altrettanti di ottima acqua di falda. Il costo?  69 milioni di euro per la realizzazione e soli 40.000 al giorno (!). Ma non è tutto, piuttosto che risanare la rete idrica, a beneficio anche delle fonti della Regione che l’azienda sta prosciugando, verrà immessa nei rubinetti dei romani acqua desalinizzata del litorale romano, tramite un economico impianto del costo di 

119 milioni per la costruzione e di 45.000 €/giorno per soli costi di gestione. Il tutto per 500 l/s di acqua desalinizzata.

Nel frattempo sulle perdite idriche sono stati investiti 83 mln nel 2020, sicuramente un investimento importante, ma tutto pagato dalle nostre bollette comunque e comunque lontano dal raggiungimento di livelli anche solo accettabili: la stessa azienda ammette che nel 2020 le perdite di Roma e Provincia si sono assestate sul 42,7%, su circa 24mc/s prelevati dall’ambiente, mettendo a rischio corsi d’acqua ed ecosistemi naturali in tutta la Regione. 


Roma, 23 Aprile 2021.


Coordinamento Romano Acqua Pubblica

mercoledì 21 aprile 2021

23/4 ore 18.00 - Contro-assemblea ACEA "Acqua: una questione privata?"

 

Il 23 aprile Scomodo insieme al Coordinamento romano Acqua Pubblica Fondazione Finanza Etica e Valori partecipa al primo intervento di Azionariato Critico in occasione dell’assemblea degli azionisti Acea.
Discuteremo della gestione aziendale degli ultimi 5 anni del Gruppo Acea, dei mancati investimenti negli impianti idrici, delle perdite idriche, delle questioni legate all’impianto di potabilizzazione dell’acqua del Tevere e l’impianto di desalinizzazione dell’acqua marina del litorale romano e della pratica dei distacchi idrici che Acea esegue anche in piena pandemia.
Affronteremo il tema del diritto all’acqua, riflettendo criticamente sulla creazione, ad opera del CME Group il 7 dicembre 2020, del primo contratto future al mondo sull'acqua, che ha l’obiettivo di aiutare gli operatori a gestire il rischio e a bilanciare meglio le richieste concorrenti di fornitura e domanda di acqua, con rischio di privatizzazione del bene comune per eccellenza.

L’evento si svolgerà in una diretta condivisa sui nostri social, diffusa attraverso la piattaforma streamyard, il 23 aprile alle ore 18.00.
La diretta durerà circa un’ora e vedrà coinvolti come ospiti:
Coordinamento Romano Acqua Pubblica, Valori.it, Fondazione Finanza Etica