venerdì 11 marzo 2011

una nota ufficiale della Regione Lazio, che riporta un inatteso successo a sostegno della richiesta di accorpamento

Un buon auspicio per la nostra campagna!

Regione Lazio pro accorpamento referendum-amministrative

Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato la mozione per accorpare la data delle prossime elezioni amministrative con quella dei referendum, rigettando la decisione del Governo di sprecare 350milioni di euro e ostacolare la partecipazione democratica.
Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Mario Abbruzzese, ha approvato una mozione sull'accorpamento della data del referendum con quella delle prossime elezioni amministrative presentata dai consiglieri: Luigi Nieri (Sel), Filiberto Zaratti (Sel), Giuseppe Rossodivita (Lista Bonino-Pannella), Ivano Peduzzi (Federazione della Sinistra), Fabio Nobile (Federazione della Sinistra), Vincenzo Maruccio (Idv), Carlo Umberto Ponzo (Pd), Mario Di Carlo (Pd), Mario Perilli (Pd).
Il documento impegna la presidente Polverini e la Giunta a ad attivarsi nel sollecitare il Governo nazionale e il Ministero degli Interni a procedere all'accorpamento della data del referendum con quella delle prossime elezioni amministrative, rispettando la sovranità popolare e risparmiando denaro pubblico.
La mozione prende spunto dalla constatazione che nel prossimo mese di maggio, in molti comuni del Lazio, come nel resto del Paese, si svolgeranno le elezioni amministrative, con possibile secondo turno dopo due settimane.
Considera che entro il 12 giugno 2011 devono svolgersi i referendum, tra i quali quello per la ripubblicizzazione dell'acqua e contro la realizzazione delle centralì nucleari e che in caso di mancato accorpamento dei referendum con le amministrative, i cittadini sarebbero chiamati a recarsi alle urne fino a tre volte in un solo mese. Il non accorpamento causerebbe disagi ai cittadini stessi, non favorendoli ad esprimere il proprio diritto di scelta e, oltretutto, peserebbe sulle finanze pubbliche, con una spesa consistente ed ingiustificata per l'ulteriore turno elettorale, in un periodo di grave crisi economica.