martedì 19 aprile 2011

Dietro lo stop al nulceare, gli affari giudiziari di Silvio (ancora)

La Stampa, Martedì 19 Aprile 2011

E così il governo dalla sera alla mattina ha abbandonato il nucleare. Niente più necessità di renderci autonomi nel campo dell’energia, evidentemente.
Insieme a Sendai, lo tsunami giapponese ha portato via tutta la sicumera dei nostri governanti. E’ chiaro che chi protestava, non era afflitto dalla sindrome Nimby (non nel mio giardino).
Ma c’è un ma.
Troppo incerti i tempi, troppo netta la presa di distanza dal nucleare per non fare sorgere dubbi, tutto troppo veloce.
E così penso ci sia sotto un secondo fine che riguarda ahimè ancora una volta i problemi giudiziari del nostro premier.
L’abolizione in cinque minuti e con un semplice tratto di penna dei due anni di lavoro che hanno portato alla definizione di un piano strategico per il nucleare si spiega solo con un elemento: evitare il referendum dei prossimi 11-12 giugno.
I governanti sanno perfettamente che da oramai vent’anni i referendum non raggiungono il quorum, quindi dormivano sonni tranquilli quando i promotori hanno depositato le firme. Ma ora, l’allarme giapponese rischia di portare tutti alle urne.
Ma a giugno non si vota solo sul nucleare, ma anche su acqua pubblica e legittimo impedimento. Vuoi vedere che il “pericolo” del raggiungimento del quorum sul quesito giudiziario ha spinto il governo a ingoiare tutto quello che aveva promesso?

Marco
Marco.castelnuovo@lastampa.it