Ancora una volta gli azionisti hanno detto no alla proposta della provincia di Roma di destinare parte di questi utili agli investimenti necessari nella zona dei Castelli romani. Da una parte Acea ottiene la terza deroga per l'arsenico e una gestione commissariale che garantirà lo scavalcamento di molte norme; dall'altra la stessa società ottiene da una conferenza dei sindaci pigra e distratta aumenti delle tariffe che servono solo agli azionisti.
Solo la via del referendum potrà restituire queste risorse ai cittadini, migliorando la qualità dell'acqua, con tariffe più eque. Ricordiamo che il secondo quesito che si voterà il 12 e 13 giugno abolirà quel ricavo garantito che per Acea è stato uguale a 58,96 milioni di euro solo nel 2010.