venerdì 16 febbraio 2018

A un anno dallo sgombero Rialto ancora chiuso: fare un deserto e chiamarlo legalità


L'abbiamo scritto un anno fa e lo ribadiamo: non è una catena che ci può fermare, per questo ci siamo dati appuntamento davanti al Rialto per un'azione simbolica che si inserisce nella Carovana dell'Acqua, che vede tappe in tutta la penisola.
La nostra tappa vogliamo passi dal Rialto e dal Campidoglio, perchè esattamente un anno fa i vigili urbani di Roma Capitale chiudevano il portone del Rialto. Un portone che per oltre 10 anni era rimasto aperto tutti i giorni, ospitando una decina di associazioni e dando vita esperienze uniche di partecipazione come quella Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua, promotori di un'esperienza di democrazia unica come quella dei referendum sull'acqua.

Un portone dal quale sono passate negli anni migliaia di persone, per confrontarsi sui temi della finanza, dei servizi pubblici e della democrazia, o per partecipare agli eventi culturali di un centro di fama mondiale come il Circolo Gianni Bosio.

Cosa rimane di quel solerte intervento di Roma Capitale? Decine di associazioni senza sede e un portone chiuso, che probabilmente nasconde al suo interno un progressivo deterioramento dello stabile.

Una sorte purtroppo comune a tutti gli spazi sgomberati negli ultimi mesi: stabili che avevano dato una prima soluzione abitativa a centinaia di famiglie in difficoltà, palazzine sbilenche rimesse in piedi e fatte rivivere da studenti e precari, scantinati che ospitavano iniziative culturali accessibili a tutte e tutti. Tutti svuotati e lasciati marcire in nome di una legalità che crea solo porte chiuse.

Sia chiaro, non è la legalità il problema, ma la stupidità che confina con il cinismo, che fa preferire a questa amministrazione creare un deserto, piuttosto che avere il coraggio di esplorare il terreno dei beni comuni urbani e del loro utilizzo.

Perchè un alternativa a questo degrado che sembra creato a tavolino c'è: esistono esperienze consolidate da Napoli a Torino, in cui la partecipazione delle comunità locali riempie spazi vuoti, non solo metaforicamente!

Per questo continueremo ad intrecciare relazioni e a promuovere una visione diversa della città, dei suoi spazi e dei suoi servizi.

Una città solidale, in cui l'acqua e i servizi siano pubblici e di qualità, e in cui la partecipazione... trovi spazio!