Da tempo assistiamo nella nostra città ad una lenta trasformazione, che rischia di far scomparire la parola "diritto" dal vocabolario dei romani.
I servizi al cittadino peggiorano e si riducono giorno dopo giorno mentre i lavoratori comunali sono al centro di una violenta campagna accusatoria.
Si risvegliano istinti razzisti e violenti, sapientemente stimolati da chi vuole indicare nel "diverso" l'origine di tutti i mali.
Privatizzare, sgomberare, controllare e militarizzare sono le parole magiche della nuova gestione politico-prefettizia.
In una Roma in cui milioni di euro di soldi pubblici finiscono da anni in mani private, vogliono farci credere che vendere i servizi pubblici a quegli stessi privati sia la soluzione.
In una Roma in cui la Mafia si da del tu con le alte sfere di potere, vogliono farci credere che l'illegalità risiede negli spazi occupati.
Come Rete "Diritto alla Città" crediamo invece ad un altra storia: crediamo al milione e mezzo di romani che nel 2011 ha detto no alle privatizzazioni; crediamo che il vero "degrado" sia nel privare i cittadini, a partire dalle fasce più deboli, dei servizi essenziali; crediamo che attaccare i lavoratori comunali serva solo a favorire gli interessi speculativi, che premono per mettere sul mercato anche i più essenziali dei nostri diritti.
Crediamo anche che l'attuale modello di pubblico vada superato, guardando ad una nuova gestione della sfera comune, che parta da esperienze di gestione partecipativa. Quelle esperienze che trovano spesso proprio negli spazi occupati, oggi sotto attacco, un prezioso laboratorio.
Per questo la Rete Diritto alla città sarà in Piazza il 2 ottobre e intende continuare un percorso fatto di confronto e mutualismo tra le vertenze cittadine, che vedrà il primo ottobre presso il Rialto S.Ambrogio un momento assembleare al quale tutt* sono invitat*
Rete per il Diritto alla Città