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mercoledì 17 febbraio 2016

Acea: sindaci dell'Ato2 compatti contro la fusione e contro l'assenza "colpevole" di Roma



Questa mattina a Palazzo Valentini si è giocata una partita fondamentale per la gestione dell'acqua e per la democrazia di 112 comuni del Lazio. 

Compatti oltre 100 sindaci della Provincia di Roma hanno detto NO all'istanza di fusione tra il gestore idrico della provincia di Roma e quello della Provincia di Frosinone, approvando un documento ufficiale in cui annunciano battaglia legale contro Acea, nel caso l'azienda non tenesse conto del dissenso espresso. 

Il paradosso della partecipatissima assemblea dei sindaci di questa mattina è stata infatti l'assenza del Comune di Roma, un'assenza arrogante e colpevole, come affermato da più interventi, perché punta a rendere nullo il voto degli altri 100 comuni, configurandosi, di fatto, come un assenso ad Acea.

È emerso chiaramente come l'assenza del Sub-Commissario Spadoni, addetto alle partecipate e al patrimonio pubblico di Roma, sia stata il frutto di una precisa scelta politica da parte del governo commissariale: le fusioni e le privatizzazini piacciono al Governo Renzi, piacciono ai vertici di Acea... piacciono anche a Spadoni, come più volte da lui stesso affermato, quindi l'espressione democratica e contraria di 111 sindaci è un fastidio, un ostacolo da aggirare, magari con un accordo sottobanco con il Presidente di Acea Ato2 Saccani, lui sì oggi presente.

Ma quello di oggi certo non si può certo definire "silenzio-assenso" alla fusione, secondo la formula che Acea Ato2 vorrebbe far valere, fingendo che la votazione di oggi non sia mai esistita. Una votazione che, se Roma fosse stata presente, avrebbe finalmente messo un freno anche alla pratica dei distacchi idrici, inserendo nel nuovo regolamento l'obbligo dei flusso idrico vitale anche nei casi di morosità. Forse a Spadoni piacciono anche i distacchi idrici...

Sullo stesso punto si pronunceranno domani a Frosinone i sindaci dell'Ato5, dopo il no della consulta d'ambito.

Si apre una nuova fase di scontro sull'acqua nel Lazio, in cui i sindaci e le comunità locali dovranno essere protagonisti, per non farsi schiacciare da logiche aziendali che nulla hanno a che fare con l'interesse dei cittadini, come questa vicenda dimostra. 

Uno scontro che non può lasciare fuori la giunta regionale e l'Assessore Refrigeri: è sempre più chiaro che il suo immobilsmo sulla Legge 5/2014 fa il paio con il silenzio del Sub-commissario Spadoni: un regalo ad Acea!

È invece il momento di uscire allo scoperto, e scegliere se stare con l'acqua pubblica, o con Acea!

Roma, 17 febbraio 2016

Coordinamento romano acqua pubblica

Conferenza dei Sindaci, alcuni interventi audio:

Approvazione conclusiava O.d.G.:
https://www.dropbox.com/s/ahk6rcqozvvsnoz/7%20Approvazione%20O.d.G..m4a?dl=0

lunedì 8 febbraio 2016

Acea Ato2. Salta la conferenza dei sindaci, troppi dubbi sulla fusione con Frosinone.


Acea Ato2. Salta la conferenza dei sindaci, troppi dubbi sulla fusione con Frosinone.

Soddisfatti i comitati acqua pubblica, ma il 17 febbraio bisognerà dire no alla fusione e ai distacchi idrici!


Questa mattina nella sede della Provincia di Roma gli amministratori dei comuni dell'Ato2 avrebbero dovuto incontrarsi per decidere, tra le altre cose, sui distacchi idrici e sulla proposta di fusione con l'ambito di Frosinone.
Una riunione rinviata talmente in “zona cesarini” che alcuni sindaci si sono comunque presentati, e che il personale stesso della Provincia ha predisposto la Sala per la riunione.

Cos'è successo per annullare all'ultimo momento un'assemblea così importante? Semplice: il Comune di Roma, rappresentato dal sub-commissario Spadoni, non è convinto che la fusione sia un'operazione opportuna, e vuole più tempo per valutare.

Al di là delle valutazioni sul sistema democratico dell'assemblea dei Sindaci, nella quale il Comune di Roma gode di diritto di veto, il risultato è un deciso stop al disegno di fusione che i vertici di Acea Ato2 hanno tentato di imporre ai sindaci della provincia di Roma con una lettera datata 23 dicembre: 30 giorni di tempo per esprimersi, dopo i quali si sarebbe avvalsa del “silenzio – assenso”.

Ma il silenzio non c'è stato, e ad oggi non c'è nemmeno l'assenso, secondo quanto affermato dal Vice sindaco di Roma Metropolitana Mauro Alessandri.

Lo stesso Commissario Tronca ha alzato il telefono per fermare tutto: poco chiaro il progetto di fusione, troppo complessa la situazione di Acea Ato5, che è stata messa in mora per inadempienze, e ha buone possibilità di essere cacciata dai sindaci del Frusinate.

Anche Tronca deve essersi chiesto: a chi conviene questo matrimonio?

Sicuramente non ai cittadini e ai comuni del Frusinate, che si vedrebbero rientrare Acea dalla finestra; molto probabilmente nemmeno ai cittadini e comuni della provincia di Roma, che si troverebbero “sposati” con una gestione ormai al collasso, e che rischiano di perdere ancora di più il controllo sulle scelte di un'azienda sempre più grande e lontana.

E quali le ripercussioni sui lavoratori delle due aziende? Quali sulla qualità del servizio? 

Molte sono le domande, e poco il tempo per cercare le risposte: la conferenza è nuovamente convocata per mercoledì 17 febbraio.

Per quella data è necessario che anche la Regione Lazio faccia un passo per concretizzare la legge 5/2014 e che l'Assessore Refrigeri rispetti gli impegni confermati nell'ultima seduta del Consiglio regionale: portare in consiglio entro un mese la proposta di riordino degli ambiti di bacino idrografico del Lazio.

In questi 10 giorni è importante che gli enti locali si confrontino con le loro comunità, per scoprire perché “questo matrimonio non s'ha da fare”, e dare parere contrario alla fusione.

Il 17 febbraio sarà però l'occasione per dire Sì al diritto all'acqua, modificando la Carta dei Servizi inserendo l'obbligo di lasciare il flusso idrico minimo vitale anche per chi non riesce a saldare la bolletta idrica.

Il 17 febbraio sarà un giorno importante per l'acqua di Roma, per questo invitiamo ad essere presenti.

Roma, 8 febbraio 2016

Coordinamento regionale acqua pubblica

mercoledì 5 marzo 2014

CS: Sventato il colpo di mano di ACEA sugli aumenti in bolletta. Approvata la tariffa 2012-2013 per l'ATO 2



Oggi la Conferenza dei Sindaci dell'ATO 2 del Lazio ha approvato a maggioranza la tariffa 2012-2013 proposta dalla Segreteria Tecnico Operativa. Si pone così un deciso stop al tentativo di ACEA di imporre aumenti salati alle bollette dei cittadini della Provincia di Roma.

I Sindaci hanno duramente denunciato l'ennesima assenza dei rappresentanti di ACEA ATO 2 in quello che è l'ambito decisionale sovrano per la gestione del servizio idrico, evidenziando come l'azienda dimostri, ancora una volta, di volersi sottrarre al confronto su temi scottanti quali gli investimenti e la realizzazione delle opere programmate. A riguardo è stato richiesto l'avvio dei lavori del tavolo congiunto tra Enti Locali, gestore e ATO per verificare l'attuazione del piano degli investimenti. A tale tavolo è stato richiesto che vengano coinvolti anche i comitati per l'acqua attivi sul territorio.

E' stato ribadito come il metodo tariffario proposto dall'AEEG sia sub iudice da parte del TAR Lombardia poiché viola palesemente gli esiti referendari reintroducendo di fatto i profitti garantiti per il gestore abrogati dalla volontà popolare e che quindi sarebbe opportuno attendere la sentenza onde evitare di approvare atti illegittimi.
Su tutto ciò ha pesato come un macigno il ricatto messo in campo da ACEA ATO 2 che, pur non presentandosi alla Conferenza, ha avanzato all'Authority una proposta di tariffa che prevedeva aumenti insostenibili soprattutto in un momento di forte crisi economica.

I Sindaci, alla fine di un dibattito articolato, hanno approvato la tariffa 2012-2013 ma, con l'emendamento proposto dal Comune di Roma che ha trovato il consenso di numerosi comuni tra cui Fiano, Lariano, Cerveteri, approvando il Piano Economico Tariffario ai soli fini della tariffa degli ultimi due anni, e inviando ad ACEA ATO 2 un messaggio chiaro sul fatto che non si accettano ricatti e devono essere verificati gli investimenti effettivamente realizzati.

Come Coordinamento Romano Acqua Pubblica sottolineiamo che quanto avvenuto oggi è significativo, ossia gli Enti Locali hanno inteso ribadire il loro legittimo ruolo decisionale nella gestione del bene acqua. Ora deve necessariamente prendere avvio una nuova fase in cui si faccia definitivamente luce sulle inadempienze e inefficienze di ACEA ATO2, a partire dai mancati investimenti. Infatti, è evidente che la tariffa prevede comunque degli aumenti che, seppur minimi, sarebbe stato opportuno non addebitare ancora una volta sulle spalle dei cittadini.

Roma, 05 Marzo 2013.

Coordinamento Romano Acqua Pubblica

lunedì 27 gennaio 2014

Sventata, per ora, la tariffa-truffa. I Sindaci rinviano la decisione. Va avanti la battaglia per il rispetto dei referendum.

 
 
Oggi, ancora una volta grazie all'incessante lavoro di pressione e informazione dei comitati, si è evitata l'approvazione di una tariffa che da una parte accorda ad Acea Ato2 aumenti sulle bollette nonostante i risultati disastrosi nella gestione del servizio idrico e dall'altra viola palesemente l'esito referendario reinserendo sotto metite spoglie la remunerazione del capitale investito abrogata dalla maggioranza assoluta del popolo italiano. Nonostante le pressioni di Acea, i Sindaci hanno infatti deciso di prendersi tutti gli ulteriori 30 giorni di tempo che la legge mette loro a disposizione per decidere sulla nuova tariffa, potendo così approfondire le molteplici criticità legate all'operato dell'azienda.

Ancor più che nelle precedenti Conferenze dei Sindaci Ato2 (Roma e provincia), oggi è emersa in maniera chiara la frattura tra i i rappresentanti dei comuni della provincia, che affrontano quotidianamente la rabbia dei cittadini per mancati servizi, disagi ed aumenti, e l'azienda che gestisce il servizio, Acea Ato2 SpA, che continua ad incrementare gli utili senza realizzare gli investimenti concordati in sede di assemblea dei sindaci.
Nonostante le decisioni sulla gestione del servizio idrico spettino all'assemblea dei sindaci è infatti emerso come, nel corso degli anni, il gestore privato abbia di fatto ignorato le indicazioni da essa ricevute.
Ci auguriamo quindi che la decisione presa oggi, rappresenti l'inizio di un'inversione di rotta che veda i sindaci compatti nell'opporsi ai ricatti del gestore privato.
Quest'ultimo aspetto ha anche messo in luce la contraddizione in cui si trova lo stesso Comune di Roma che, se da una parte si è fatto promotore delle ragioni che hanno portato al rinvio, dall'altra, pur essendo socio di maggioranza dell'azienda non è evidentemente in grado di orientarne la gestione a favore dei cittadini.

Al momentaneo stop a questo tentativo di Acea di aumentare i profitti noncurante delle esigenze dei cittadini e della qualità del servizio, la Conferenza dei Sindaci ha affiancato altre importanti decisioni:
l'istituzione di un tavolo di approfondimento sull'attuazione degli investimenti,
l'inserimento di penali per gli investimenti non realizzati.

Verso la decisione definitiva sulla tariffa e sul futuro della gestione di una risorsa importante come l'acqua, rinnoviamo a tutti i cittadini della provincia l'invito a ricordare ai propri Sindaci la decisione, espressa con il voto referendario, di avere una gestione del servizio idrico che sia pubblica, partecipata e senza profitti. La discussione di oggi è infatti la prova che proprio la gestione dell'acqua tramite ente di diritto privato, secondo quindi le regole del mercato e del profitto, è alla base di molte delle criticità evidenziate dagli stessi Sindaci.

Per ricordare a tutte e tutti che la gestione dell'acqua non è "cosa privata" saremo giovedì 30 mattina sotto la sede di Acea a Piazzale Ostiense, nell'ambìito di una tre giorni di presidio permanente presso la Presidenza della Regione Lazio per l'approvazione della proposta di legge per la gestione pubblica del servizio idrico nel Lazio.
Coordinamento Romano Acqua Pubblica

mercoledì 22 gennaio 2014

Conferenza dei sindaci Ato2 - Sventato il tentativo di cancellare gli esiti referendari sull'acqua pubblica


Per l'ennesima volta ieri, 21 gennaio in occasione della Conferenza dei Sindaci dell'ATO2, convocata per approvare il Metodo Tariffario predisposto dall'Authority (AEEG), si è verificato il tentativo di scavalcare i risultati dei referendum sull'acqua pubblica, e, per l'ennesima volta, la presenza degli attivisti dei comitati per l'acqua pubblica, ha fatto in modo che ciò non avvenisse. 

I Sindaci presenti, informati con pochi giorni d'anticipo, si sono dunque trovati a scegliere se essere complici oppure opporsi ad una chiara violazione della volontà popolare: l'AEEG ha infatti reinserito in tariffa sotto falso nome la remunerazione del capitale abrogata dal voto referendario di giugno 2011. Proprio sull'argomento l'AEEG è chiamata a difendersi davanti al TAR della Lombardia il prossimo 23 gennaio, in occasione del ricorso presentato dal Forum dei Movimenti per l'Acqua e da Federconsumatori.

Diversi sindaci, in particolare quelli di Anguillara, Fiumicino, Oriolo Romano e Fiano Romano, sono intervenuti per chiedere il rispetto del voto referendario e sottolineare la gravità che una decisione di tale rilevanza dovesse essere presa con una tempistica così stretta e inadeguata.

Il voto del Comune di Roma, insieme a quello dei comuni di Ariccia, Lanuvio, Cerveteri, Monterotondo, Allumiere, Albano, Gorga, Segni, Formello e Velletri, oltre ai Comuni citati in precedenza, ha quindi determinato il rinvio al 27 gennaio, data entro la quale i sindaci dovranno incontrarsi in gruppi per approfondire l'argomento. 

Da sottolineare le pressioni esercitate durante l'incontro dal rappresentante di AceaAto2, Ing. Cecili, che ha dichiarato che sarebbe stata l'azienda stessa a procedere con l'aggiornamento della tariffa comunicando direttamente con l'AEEG prima del 27 gennaio, quindi senza attendere la decisione dei sindaci. Una dichiarazione emblematica di come Acea considera i Comuni dell'Ato, Roma in testa nonostante sia socio di maggioranza: più o meno una fastidiosa formalità. 

Poco meno di una settimana dunque, durante la quale pensiamo che i consigli comunali della Provincia di Roma debbano riappropriarsi della propria libertà decisionale, dando mandato ai loro rappresentanti di votare contro la nuova formulazione tariffaria sulla quale, oltre a quello promosso dal Forum, pendono altri 34 ricorsi! 

Nessuna approvazione “obbligata” o automatica quindi, come invece paventato da Acea, mentre l'unica soluzione è quella di rispettare la volontà popolare, escludendo i profitti dalla gestione dell'acqua, che in questi anni sono serviti ad aumentare i dividendi dei soci ma non a realizzare gli investimenti approvati (quelli sì) e richiesti dalla conferenza dei sindaci.

I comitati assicurano la propria presenza anche al prossimo appuntamento, garantendo che metteranno in campo tutta la propria determinazione per “incoraggiare” i sindaci a rispettare la volontà dei propri cittadini.

Coordinamento Romano Acqua Pubblica

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