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martedì 20 dicembre 2016

Acqua, servizi e patrimonio pubblico: il coRAGGIo di scegliere da che parte stare



Nei giorni scorsi, prima che questa nuova bufera si abbattesse sulla Giunta Raggi, il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, insieme alla Rete DecideRoma e alle realtà che hanno aderito alla "Piattaforma Acea", ha lanciato la campagna "Il coRAGGIo di cambiare?" per incalzare la Giunta a prendere una posizione chiara su una serie di temi: dai servizi pubblici all'accoglienza, dalle esternalizzazioni alla gestione del patrimonio pubblico. 

Tra questi l'acqua, prima stella del M5S, attualmente completamente nelle mani di Acea e del suo "renziano" amministratore delegato: Alberto Irace

E proprio nell'ambito della campagna su Acea si è svolto l'incontro la Giunta Raggi martedì scorso, nelle persone dell'Ass.re Colomban e del capo (ormai ex) della segreteria della Sindaca, Romeo, alla presenza di diversi consiglieri comunali e di alcuni parlamentari del M5S. Un incontro volto a chiedere il rispetto dei referendum 2011 e l'avvio della ripubblicizzazione dell'azienda che gestisce l'acqua dei romani, ormai diventata una multinazionale quotata in borsa lanciata alla conquista dell'acqua del Centro Italia, come dimostrano le ultime acquisizioni nel Lazio, Umbria e Toscana. E non sempre con il consenso dei sindaci, anzi, spesso in aperto contrasto, come avviene in provincia di Frosinone dove è stata votata la risoluzione del contratto con Acea Ato 5 S.p.A.. E' stato, inoltre, denunciato il progetto di accentramento di alcuni funzioni aziendali che si stanno progressivamente sottraendo alle società di gestione territoriali attraverso il progetto di digitalizzazione ACEA 2.0, processo che si configura come un cavallo di Troia per impedire, a scadenza delle concessioni, il ritorno in capo ai Comuni della gestione del servizio idrico.
Un'autonomia ribadita e rivendicata dallo stesso Irace e dalla Presidente C. Tomasetti,intervenuti alla riunione, che hanno definito inopportune e sgradite ai mercati eventuali ingerenze da parte della Giunta nella gestione dell'azienda.
Ingerenze che, peraltro, finora sono state nulle, nonostante la guerra ai vertici di Acea promessa da Raggi in campagna elettorale (vedi video). 

Proprio questo chiedono, invece, i comitati che il "comune" riprenda la capacità di decidere e che lo faccia aprendo i processi decisionali a quelle realtà che da anni si battono per i beni comuni.

Per fare questo occorre immediatamente bloccare le nuove acquisizioni, passando immediatamente per un cambio dei vertici aziendali, che, evidentemente, non intendono fermare il progetto "renziano" della grande multiutility del Centro Italia. 

Ed è questo il punto: mentre i consiglieri di maggioranza presenti all'incontro hanno sostanzialmente ribadito il loro si all'acqua pubblica, l'Assessore Colomban ha manifestato la sua fiducia nell'attuale assetto di Acea. 
Il risultato è il totale immobilismo da parte della Giunta, nel quale non si è levato neppure un "cinguettìo" da parte della Sindaca contro le operazioni che Acea sta portando a casa, calpestando la volontà popolare e, fino a prova contraria, dello stesso elettorato 5 Stelle.

Il momento di agire è adesso.

Le ultime vicende romane dimostrano ancora una volta che la mancanza di una scelta di campo chiara lascia spazio a chi i fili li sa muovere, e certamente non a favore della collettività. 
Non agire rapidamente per fermare il management di Acea significa essere complici della politica di privatizzazione dell'acqua che questa sta portando avanti.

Il coraggio di cambiare serve subito, altrimenti rimarrà l'ennesimo slogan vuoto. 

I comitati sono in campo: saranno in aula Giulio Cesare per fare pressione affinché gli atti promessi dalla maggioranza vengano concretizzati, saranno ancora sotto Acea, per denunciare le politiche dell'azienda, saranno nei comuni "colonizzati" da Acea, spesso insieme ai loro sindaci. 

La Sindaca di Roma dove sarà? Con l'acqua pubblica o con i poteri forti di Acea?

Roma, 20 dicembre 2016.


Rete Civica ATO 3 Campania, Coordinamento Provinciale Acqua Pubblica Frosinone, Coordinamento Romano Acqua Pubblica, Rete per la Tutela della Valle del Sacco – RETUVASA, USB Publiacqua, Decide Roma, Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Lazio, Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

giovedì 22 ottobre 2015

L'acqua Marcia

Fonte: indipendenti.eu
L’acqua è vita dice il prelato, l’anarchico e il soldato,
l’acqua è vita lo se da pe’ scontato!
Del resto è dai tempi de li romani che gestiamo questa ricchezza,
e i condotti a roma ancora svettano che so ‘na bellezza.
E proprio loro dicevano che l’acqua nun è de nessuno,
manco de li ricchi, manco dell’imperatore, manco de Nettuno.

giovedì 18 giugno 2015

Dagli Spazi sociali alle Reti solidali – Pratiche del comune contro la Roma della speculazione e di Mafia Capitale


Dagli Spazi sociali alle Reti solidali – Pratiche del comune contro la Roma della speculazione e di Mafia Capitale 

Mentre il nuovo scandalo di Mafia Capitale continua a mostrare la vera faccia di un’amministrazione comunale clientelare e corrotta che fa di ogni emergenza sociale un’occasione per fare affari, la tanto invocata “legalità” – sbandierata in primis dalla gestione prefettizia di Gabrielli – continua ad imporsi alle realtà che a Roma si autorganizzano, dimostrando che la qualità e la differenza delle pratiche di autogoverno attive sul territorio non sono tollerate in quanto vero ostacolo tra la città e la sua trasformazione all’insegna della rendita e della speculazione.

Oggi più che mai si fa evidente il paradosso: illegale è quindi chi costruisce tessuto sociale, cultura e welfare dal basso, e a sanzionare questa “illegalità diffusa” è un’amministrazione comunale che mostra la sua incompatibilità con le esigenze concrete di chi la abita e di chi se ne occupa. Un sistema che produce precarietà, impoverimento, segregazione, corruzione e speculazione che può essere arginato solo attraverso l’implementazione di  nuove pratiche del comune, nuove relazioni solidali, modalità inedite di mutualismo dentro la crisi, di riappropriazione della decisione sui territori, di risorse e servizi, di difesa e moltiplicazione degli spazi sociali.

“Né pubblico, né privato: comune!” Ne abbiamo fatto la nostra parola d’ordine perché vogliamo partire dall’evidenza che gestione pubblica e privata costituiscono, ormai, due facce della stessa medaglia. Come spazi e laboratori sociali di Roma crediamo sia necessario imporre una svolta al pericoloso tentativo di “riscrittura” delle nostre città. Un tentativo che non tocca soltanto gli spazi sociali ma coinvolge la società tutta. Non ultimo il mondo dell’associazionismo e della cooperazione sociale, dove la produzione di “precari” posti di lavoro è barattata con una mera esecuzione asettica di politiche di salvaguardia delle emergenze piuttosto che di risoluzione effettiva.

Abbiamo la necessità di interpretare e condividere ciò che avviene nella società ed articolare una risposta che non sia mera retorica antagonista mirata all’autoconservazione dell’esistente, ma che rimetta al centro la questione di chi decide in questa città. Sentiamo l’esigenza di valorizzare collettivamente, attraverso la scrittura di un Carta, le esperienze di autogestione, perché non è lo spazio delle istituzioni pubbliche quello che ci interessa, né tantomeno la sterile resistenza agli attacchi che riceviamo in totale continuità con i processi attivi sulla città, ma l’allargamento e la costruzione di nuovi spazi decisionali, nuova cooperazione sociale, nuova organizzazione di indipendenza in grado di diventare un’opzione credibile di risposta alla miseria che ci circonda.

Per questo invitiamo tutte le realtà che articolano un ragionamento sulla cooperazione e l’indipendenza, che sperimentano forme di lavoro senza padroni, che producono in una dinamica autogestita e nel mutualismo, che praticano la solidarietà attiva tra soggetti sociali, che operano nel mondo della cultura e del lavoro cognitivo sfruttato e deregolamentato, che si battono contro le speculazioni, contro le privatizzazioni e per i beni comuni, per il diritto all’abitare, per la difesa del territorio e dell’ambiente, per i diritti nel mondo del lavoro, a un confronto pubblico sulla città e sulle vite di chi la abita, e che, oggi più che mai, ci dobbiamo riprendere!

Rete per il Diritto alla Città

Assemblea pubblica 20 Giugno Ore 17
Stay tuned!!

lunedì 12 gennaio 2015

Roma 13/1- mentre i cittadini chiedono di ripubblicizzare, la giunta intende privatizzare.

Diritto all'acqua: martedì 13 l'assemblea capitolina chiamata a decidere da che parte stare

Martedì prossimo l'assemblea capitolina discuterà la proposta di inziativa popolare sulla ripubblicizzazione della gestione dell'acqua a Roma, insieme ad altre 3 delibere su scuola, finanza e patrimonio pubblici.
Una proposta dal basso, nata per attuare la volontà popolare espressa nei referendum di giugno 2011 e ripresa dalla legge regionale n°5: fuori l'acqua dal mercato, fuori i profitti dall'acqua.
Tra i provvedimenti recentemente approvati dalla giunta in tema di bilancio compare però la vendita del 3,54% di ACEA ATO2 S.p.A.. Questo significa che il Comune di Roma non avrebbe più la maggioranza delle azioni del gestore idrico della città: mentre I cittadini chiedono di ripubblicizzare, la giunta intende privatizzare.
La domanda quindi è: l'assemblea capitolina saprà cogliere quest'occasione, schierandosi dalla parte dei cittadini o si mostrerà schiava delle logiche di mercato che governano ACEA?Non si tratta solo (si fa per dire) di ideologia, perchè ACEA in questi ultimi mesi ha saputo dimostrare ai romani cosa significa gestire l'acqua in forma privatistica: migliaia di distacchi a settimana, anche per piccole morosità, senza alcuna salvaguardia per bambini, anziani o disabili. Per questo diversi cittadini hanno scelto di rivolgersi a Super Mario: l'idraulico che riporta l'acqua a chi viene colpito dai distacchi di ACEA.
Ma se questo non basta, ecco arrivare l'accordo con Equitalia per la riscossione delle bollette insolute. Un’ulteriore operazione vessatoria nei confronti degli utenti, accompagnata dai pesantissimi conguagli che molti cittadini si sono visti recapitare a fine 2014. ACEA ATO2 si è infatti accorta di aver incassato meno di quanto previsto, anche perchè i romani hanno imparato a consumare meno acqua. La soluzione? Far pagare questa differenza agli utenti, partendo addirittura dalle somme relative al 2006! Un giochetto che farà entrare nelle casse di Acea circa più di 50 milioni di euro nel solo 2015.
Ma come vengono usati questi soldi? Investiti per migliorare il servizio o le condizioni dei lavoratori? Utilizzati per tutelare le fasce più deboli? O per migliorare la depurazione? Sembrerebbe di no, date le continue lamentele non solo degli utenti, ma anche dei Sindaci della provincia di Roma, che segnalano decine di opere promesse e mai concluse. Quelli che certamente godono di ottima salute sono i profitti degli azionisti, in continuo aumento.
E allora il Comune di Roma ha il dovere di esercitare il suo potere, politico e societario, per garantire il diritto all'acqua e alla salute, oggettivamente messo in discussione dall'attuale gestione.
Per far sì che la voce dei cittadini venga ascoltata, tutte e tutti al Campidoglio martedì 13 Gennaio alle 14.00 per assistere alla discussione della delibera d'iniziativa popolare.
Roma, 12 Gennaio 2015.
Coordinamento Romano Acqua Pubblica
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