giovedì 7 ottobre 2010

Report autoformativa questione Acea

Riguardo alla riunione di ieri cerco di riassumere i concetti usciti fuori dagli interventi di Fulvio Vescia e dei lavoratori Acea, che ci hanno illustrato cos'è Acea oggi e come è avvenuta la trasformazione da azienda municipalizzata:

1992 (Rutelli-Lanzillotta) avviene la trasformazione da Azienda Municipalizzata del Comune di Roma a Azienda Speciale (ente di diritto pubblico)
1998 Quotazione in borsa di Acea, prima con soglia massima di azioni per ogni socio privato (idea di azionariato popolare), poi con progressivo innalzamento di tale soglia, innalzamento tuttora in corso.
Contemporaneamente in Italia si avvia la privatizzazione del sistema energetico nazionale: Acea si fa carico anche della distribuzione dell'energia elettrica a Roma, fino a quel momento in capo all'Enel. Dal 2001 Acea si occupa quindi anche della distribuzione di energia e, essendo in una fase di espansione, nel 2002 avvia una join-venture con un'azienda produttrice di Energia: Electrabel (il corrispettivo belga dell'Enel).
Con la quotazione in borsa e la partecipazione di soci e aziende private Acea esce dal recinto romano a va a gestire il servizio idrico in Toscana, parte della Campania e Lazio (tranne Latina e Viterbo), oltre a diverse zone del Centramerica e Asia.
Attualmente il gruppo Acea è costituito da 84 società. Acea spa è partecipata per il 51% dal Comune di Roma; il 10% da Gas de France-Suez; il 13% da Caltagirone, il resto azionariato diffuso.
La realtà finanziaria di Acea ha fatto sì che i piani industriali degli ultimi 10 anni fossero in realtà piani finanziari, in cui mancano strategie per migliorare il servizio ai cittadini: Acea deve rendere conto ai suoi azionisti e garantire loro un utile, pena il crollo del titolo in borsa.
La mancanza di piani industriali ha contribuito a causare comunque il calo del titolo di Acea negli ultimi anni, proprio mentre Caltagirone quadruplicava la sua presenza azionaria. E' evidente la “sudditanza” della componente politica (Comune di Roma) nei confronti del socio privato di maggioranza.
Il prossimo piano, elaborato da consulenti statunitensi, sarà presentato nel Consiglio di Amministrazione del 26 ottobre. Il problema dei rapporti di forza all'interno del consiglio di amministrazione (maggioranza al Comune di Roma, 2 consiglieri Gdf-Suez; 2 Caltagirone) è che difficilmente i consiglieri rappresentanti del Comune sono in grado di valutare un piano finanziario e che molte decisioni devono essere prese all'unanimità: senza il parere dei privati non si può fare nulla!
Il rischio è che il piano finanziario preveda una contrazione dell'azienda, con voci che parlano di 700 esuberi, proprio mentre Acea ato2 (la spa di Acea che gestisce il servizio idrico integrato a Roma e Provincia) sta includendo nuovi comuni della provincia con necessità di maggiore presenza (e quindi personale) nei comuni stessi.
In questo quadro si inserisce l'effetto della Legge Ronchi, che, essendo Acea un'azienda mista (pubblico-privato) quotata in borsa, prevede, entro giugno 2013 la diminuzione della partecipazione pubblica sotto la soglia del 40% e, entro dicembre 2015, sotto il 30%. Il sindaco Alemanno ha già dichiarato di voler anticipare i termini (Caltagirone è già salito dal 7% al 13% in un anno), anche ricorrendo alla trattativa privata (prevista dalla legge Ronchi).
Ci troviamo quindi davanti alla svendita di un bene comune, che mette a rischio sia i lavoratori che il servizio ai cittadini

Da molte domande è emersa chiaramente la necessità di approfondire come funziona la gestione del servizio idrico integrato (SII) in generale e in particolare nell'ATO2 (convenzione di gestione, processi decisionali..etc..). Cosa che faremo nell'incontro di mercoledì 20 ottobre.
Parallelamente è necessario che, all'interno del Crap, si crei un “gruppo di studio” su Acea (bilanci, statuto) e sulla gestione del SII nell'Ato2 (competenze, mancanze..etc..), con lo scopo di raccogliere e ordinare le informazioni utili a impostare la prossima campagna romana, avvalendosi anche del lavoro già svolto dai Comitati di Velletri e Frosinone.