lunedì 18 giugno 2012

21 Giugno in Campidoglio per l’acqua e la democrazia: noi ci saremo #aceanonsivende

La vittoria dei referendum sull’acqua di un anno fa ha rappresentato un momento di straordinaria partecipazione democratica.
In tempi in cui il divario tra i cittadini e la politica assume proporzioni sempre più preoccupanti, quel risultato ha dimostrato che c’è un’altra Italia, fatta di milioni di donne e di uomini che, quando il tema è chiaro e comprensibile, sanno attivarsi con generosità per far prevalere il bene comune sugli interessi dei poteri forti.
Quel voto è linfa vitale per la ricostruzione di un tessuto democratico nel nostro Paese.

A distanza di un anno, l’esito di quel voto continua ad essere non considerato, quando non apertamente contrastato, con grave danno per la democrazia.
A Roma ciò sta avvenendo grazie alla pervicacia con cui la Giunta Alemanno ha deciso di vendere un ulteriore 21% di quote pubbliche di Acea, la multi utility che gestisce l’acqua e l’energia per la città.
Tale operazione, che non ha alcuna motivazione reale - neppure economica - viene portata avanti contro il volere dei 1,2 milioni di cittadine e cittadini che l’anno scorso si sono pronunciati per l’uscita dell’acqua dal mercato e dei profitti dall’acqua; contro il volere dei lavoratori che si apprestano a mettere in campo il secondo sciopero unitario in soli due mesi; contro il volere delle opposizioni che da mesi stanno contrastando l’approvazione della delibera in Consiglio Comunale.

Ma a Roma è successo qualcosa di ancor più grave: per ottenere l’approvazione della vendita di Acea, nonostante l’isolamento politico e i malumori interni alla stessa compagine di governo della città, il sindaco Alemanno e la sua maggioranza hanno prevaricato le stesse regole della democrazia rappresentativa, trasformando l’aula consiliare in un’arena dove esercitare la forza, producendo forzature regolamentari e deliberazioni illegittime, fino all’aggressione fisica e conseguente espulsione dei cittadini che manifestavano all’interno.

Emerge in tutta la sua drammaticità la questione della democrazia nel governo di una città complessa come Roma e immersa in una crisi dagli aspetti drammatici.
Noi riteniamo che di fronte a tutto questo non si possa più tacere, né rimanere a casa delegando ad altri il prendere parola: è in gioco l’acqua, ma la vera posta in gioco riguarda la democrazia e il futuro di questa città.

Per questo annunciamo pubblicamente che GIOVEDI' 21 saremo in Piazza del Campidoglio.
Per questo chiediamo a tutte le donne e gli uomini di questa città di fare altrettanto, per ritrovarci tutte e tutti assieme.



ROMA NON SI VENDE