A fine agosto 2021 l’Associazione Acqua Bene Comune ONLUS è stata letteralmente investita da uno spropositato numero di multe per affissione di manifesti per un totale stratosferico di circa 29.000 euro. L’enorme sanzione si riferirebbe all’affissione di poche decine di manifesti che pubblicizzavano la manifestazione nazionale “Beni comuni, acqua e nucleare: indietro non si torna” promossa per il 12 giugno a Roma in occasione del decimo anniversario del referendum sull’acqua.
Tale manifestazione è stata promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, ossia una rete informale costituita da centinaia di comitati territoriali, organizzazioni nazionali e singole persone che da oltre quindici anni sono accomunati da una visione dell’acqua come bene comune e impegnati per una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico integrato, per il pieno riconoscimento del diritto all’accesso all’acqua e più in generale per la difesa dei beni comuni.
Non è certamente ipotizzabile che tutte le realtà e tutti gli individui che abbiano partecipato, negli ultimi 15 anni, alle discussioni sui temi dell’acqua pubblica e alle relative manifestazioni condividendone temi e contenuti possano essere considerati tutti, indistintamente, - e solo in ragione della condivisione di valori ed idee in relazione alla pubblicizzazione dell’acqua - responsabili per una violazione amministrativa relativa all’affissione di alcuni manifesti sul tema.
A tal proposito sembra sia stata adottata la nota strategia repressiva “colpirne uno per educarne cento” che tende a criminalizzare una battaglia politica e non ha alcuna base giuridica.
Ma soprattutto va considerato che, trattandosi di un manifesto di natura politica, esso rientra nel “diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” sancito dall’art. 21 della Costituzione.
Pertanto, risulta evidente che si tratta di un’operazione volta a far desistere dal proseguire un percorso e una mobilitazione a difesa di un bene comune come l’acqua e della volontà popolare espressa con i referendum del 2011.
La modalità di comunicazione di suddette sanzioni rende ancora più inammissibile e per certi versi inquietante il tutto visto che sono state recapitate 68 distinte raccomandate contenenti ciascuna la contestazione di una distinta violazione amministrativa pur trattandosi di verbali redatti, sostanzialmente in fotocopia, riportanti il medesimo orario e le generalità dei medesimi verbalizzanti.
La moltiplicazione dei provvedimenti ha comportato la determinazione di una sanzione del tutto sproporzionata e abnorme e soprattutto una seria compromissione del diritto di difesa.
Riteniamo si tratti di comportamento illegittimo e vessatorio da parte dell’amministrazione pubblica e per questo l’Associazione Acqua Bene Comune Onlus ha presentato ricorso al Prefetto ed è stata audita il 12 aprile.
Ci teniamo a ribadire che ciò non fermerà la battaglia a difesa dell’acqua bene comune il cui percorso prosegue sempre con rinnovato impegno.
Roma, 14 Aprile 2022.
Associazione Acqua Bene Comune