lunedì 25 settembre 2017

Dall'assemblea "Roma senz'acqua" parte l'ottobrata dell'acqua


Grazie a interventi di geologi, tecnici e attivisti abbiamo guardato la crisi idrica dal punto di vista scientifico, politico e gestionale. È emerso chiaramente come la componente atmosferica sia solo una delle cause che ha rischiato, e rischia ancora, di lasciare Roma senz'acqua: se è vero che i cambiamenti climatici fanno la loro parte, per farvi fronte c'è bisogno di una gestione idrica attenta agli sprechi, con una visione di lungo periodo e libera dai diktat delle quotazioni in borsa. 
Questa visione attualmente non c'è: la sbandierata riparazione delle perdite sulle condotte romane (più del 40% da decenni) oltre ad essere parziale, avrà breve durata, mentre Acea già guarda ad aumentare le captazioni presso altre sorgenti. Fonti che non sono inesauribili, come dimostra il disastro ambientale di Bracciano, la sofferenza della Valle dell'Aniene e dei Castelli Romani. Tutte zone "spremute" da Acea, la cui acqua si è persa, e continua a perdersi, nei sotterranei di Roma.  
Ma cambiare si può: la pressione popolare e mediatica di questa calda estate ha fatto fare piccoli passi a tutti i responsabili della crisi idrica: management di Acea, Giunta Raggi e Giunta Zingaretti. Piccoli passi che saranno inutili se non arriveranno ai traguardi che, ancora una volta, sembrano l'unico orizzonte possibile:

Avvio del tavolo per la ripubblicizzazione di Acea Ato 2 S.p.A.: unico mezzo per una gestione che sia nell'interesse dei cittadini.
Immediato blocco della distribuzione dei dividendi di Acea, fino a che le perdite sulla rete non saranno azzerate.
Immediato atto della Giunta Zingaretti che definisca i nuovi ambiti di bacino nella regione: da oltre 3 anni la Giunta blocca una proposta di gestione dell'acqua nel Lazio che contiene buona parte delle risposte ai problemi vissuti la scorsa estate. 

E evidente che per muovere le istituzioni in questa direzione serve una forte spinta dal basso, e il momento è adesso: a fine ottobre scadranno i 60 giorni di tempo che il Consiglio regionale ha dato alla Giunta per definire gli ambiti di bacino; a novembre Acea presenterà il piano industriale, si stanno conludendo pericolose fusioni, come quella tra Acea Ato 2 S.p.A. (Roma) e Acea Ato 5 S.p.A. (Frosinone).

Per questo è necessario lanciare un'ottobrata dell'acqua, con alcuni appuntamenti già in calendario: 
  • il 2 ottobre, alla Conferenza dei Sindaci dell'Ato 2, si discuterà il futuro di Acea Ato 2 S.p.A.: cittadini e comitati dovranno essere presenti e far sentire la propria voce in particolare a chi detiene il voto di maggioranza: la Sindaca Raggi;
  • a metà ottobre in Regione Lazio, per ricordare alla Giunta Zingaretti che non attuare la legge 5/2014 significa essere complici della prossima "crisi idrica";
Da subito: lancio della campagna per la riapertura dei "nasoni". La crisi estiva ha lasciato non solo un lago a secco, ma ha cancellato una traccia di civiltà: le fontanelle di Roma. 
Una scelta tutta politica, che non ha alcun peso nel mare di perdite e sprechi della rete. E se l'assessore capitolino Montanari non ha mantenuto la promessa di fermarne la chiusura, forse è necessario l'intervento dei cittadini, magari con l'aiuto di Super Mario: l'eroe che Roma ha già visto all'opera contro i distacchi idrici.


Qui è possibile trovare tutte le informazioni per segnalare i "nasoni! a secco.