Oggi
i bambini e le bambine della scuola materna "la casa dei bimbi",
nel cuore di Garbatella, si sono dati appuntamento al "nasone"
davanti al cancello di scuola, per chiedere con disegni e
filastrocche la sua apertura. "Se la riaprite, giurin giuretto,
chiudiamo sempre il rubinetto!", si legge su uno dei cartelli.
Come si fa a rispondere di no?
Le
domande a cui rispondere, tuttavia, sarebbero molte di più, a
partire da come sia possibile che a Roma, città da sempre
ricchissima di acqua, si sia arrivati a chiudere gli storici nasoni,
che usano meno dell'1% dell'acqua distribuita nella capitale. Colpa
della crisi idrica, è il ritornello cantato da Acea e
dall'amministrazione capitolina. Ma la crisi sembra essere più
"idraulica", dato che le perdite sulla rete romana
ammontano ad oltre il 40%, una percentuale che Acea dice di aver
ridotto di 5 punti in soli 3 mesi con interventi comunque ancora
scarsi e tardivi, visto che da anni l'azienda prosciuga le risorse
idriche della Regione.
Ed
è proprio nell'intreccio di responsabilità di Acea, Comune e
Regione che si trovano le cause della "crisi idrica" e le
possibili soluzioni:
-
destinare tutti gli oltre 60 milioni di utili annui di Acea,
attualmente distribuiti agli azionisti, alla riparazione delle
perdite;
-
avviare un serio percorso di ripubblicizzazione dell'azienda idrica
romana, in modo da rendere stabile il "risparmio" dei
dividendi e il controllo sulla gestione della risorsa;
-
approvare finalmente i nuovi bacini idrografici regionali, applicando
la legge 5 che inserisce una serie di misure pratiche per la tutela
dell'acqua. Doveva essere fatto dopo 6 mesi, ma la giunta Zingaretti
ha lasciato passare 3 anni, e domani (mercoledì 22) l'Assessore
Refrigeri dovrà risponderne in Consiglio regionale con
un'interrogazione. Che sia la volta buona?
Anche
dalla Sindaca Raggi si attende la risposta ad un'interrogazione,
proprio sui nasoni e sulla gestione delle perdite idriche a Roma.
Essendo ampiamente trascorsi i 30 giorni di rito, le organizzazioni
Terra!, Coordinamento Romano Acqua Pubblica e Associazione 21 luglio,
promotrici della Campagna #RiallacciaIlNasone, chiedono una risposta
urgente.
Che
la richiesta dei bambini e delle bambine di Garbatella riesca a
riaprire, oltre al loro "nasone", anche un confronto serio
su come gestire l'acqua di Roma e del Lazio nell'interesse comune, e
non in quello degli azionisti di Acea spa? Sarebbe doveroso, per
tutt* noi, e per le generazioni future.