In previsione della Conferenza dell'ATO 2 convocata per venerdì 27 novembre ci rivolgiamo in particolare ai Sindaci e ai Presidenti delle Province dell'ATO 2 del Lazio Centrale Roma e più in generale alla cittadinanza per sottoporre alcune considerazioni e i ragionamenti per cui chiediamo di votare contro la proposta di incremento tariffario visto che è possibile mantenere inalterate le tariffe o anche ridurle modificando alcuni aspetti e dinamiche che fanno lievitare i costi senza alcuna giustificazione.
Esponiamo sinteticamente di seguito una serie di punti che riprendiamo in maniera più approfondita più avanti:
- stop agli aumenti tariffari e utilizzo degli utili per gli investimenti;
- stop al cash-pooling: ACEA ATO 2 S.p.A. non deve essere una mucca da mungere ;
- stop al calcolo della morosità per la casa-madre ACEA;
- stop al secondo potabilizzatore e desalinizzatore: opere inefficaci e rischiose per garantire l'approvvigionamento idrico.
In ultimo, in un periodo di emergenza sanitaria chiediamo di farsi carico della necessità del blocco dei distacchi.
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In maniera più approfondita vi rappresentiamo le nostre considerazioni rispetto ai punti sopracitati.
Fortuitamente abbiamo appreso della convocazione della Conferenza dell'ATO 2 per venerdì 27 novembre.
Crediamo che un tale momento di confronto e decisione, su temi tanto importanti come la gestione del servizio idrico integrato, meriti una maggior trasparenza e pubblicità così che possa essere realmente permessa la partecipazione della cittadinanza come, d'altra parte, stabilito dalla “Disciplina per lo svolgimento, in modalità telematica, delle Conferenze dei Sindaci dell’ATO2 Lazio Centrale-Roma” (comma 9, art. 6).
Vi chiediamo, pertanto, di farvi portavoce della richiesta di pubblicazione della convocazione delle Conferenze dei Sindaci sia sul sito dell'ATO 2 Lazio Centrale-Roma (www.ato2roma.it) che su quello della Città Metropolitana di Roma Capitale (www.cittametropolitanaroma.it) contestualmente all'invio alle diverse istituzioni che prendono parte a questo consesso.
Stop agli aumenti tariffari e utilizzo degli utili per gli investimenti
Abbiamo approfondito il Piano Tariffario e stiamo seguendo le vicende di una ventilata ipotesi di aumento della tariffa di circa 5,60% per i prossimi anni, dopo gli elevati aumenti degli scorsi anni, che sarà oggetto della prossima Conferenza dei Comuni del 27.11.
Nel corso della Conferenza dei Sindaci del 4 novembre è stato spiegato che questi aumenti sono dovuti principalmente alla previsione di ingenti investimenti futuri.
Ma ciò risulta inaccettabile a fronte del fatto che ACEA ATO 2 S.p.A. nel 2018 ha fatto 132 mln di euro di utili prima delle imposte e 129 mln di euro nel 2019, quasi il doppio di quanto previsto dal Piano tariffario e autorizzato dal Metodo Tariffario.
Se inoltre, consideriamo che negli stessi anni, ACEA Spa, ha realizzato interessi per oltre 110 mln di euro per prestiti alla sua controllata ACEA ATO 2, dopo averne prelevato quasi tutti gli utili, non possiamo credere che la gestione del servizio in quei due anni, ma anche nei precedenti, non sia stata proficua.
A che cosa servono, allora, quei 173 mln di conguaglio? Certamente non alla copertura di costi del servizio, in caso contrario non ci sarebbe stato un utile.
Se i costi sono tutti già coperti dai ricavi realizzati i 173 milioni sono destinati solo ad aumentare l'utile. Quindi l'aumento della tariffa per i conguagli non sarà destinato a coprire costi di gestione o di investimento del servizio. Sarà solo un regalo alla società e ai suoi soci che potranno beneficiare di "grassi" dividendi come è già successo nel passato.
L'art. 154 del d.lgs. 152/2006 recita: "La tariffa costituisce il corrispettivo del servizio idrico integrato [...], in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio del recupero dei costi".
Se la copertura integrale dei costi di investimenti e di esercizio è già stata realizzata, perché l'ulteriore ed ennesima proposta di aumento della tariffa?
Cash-pooling: ACEA ATO 2 S.p.A., una mucca da mungere
Dall'analisi dei bilanci di ACEA ATO 2 S.p.A. si riscontrano numerose questioni che influenzano negativamente la solidità della società e, pesantemente, anche la struttura tariffaria che, grazie ad una semplice diminuzione dell’utile, potrebbe ridursi di circa il 20%.
Infatti, ACEA S.p.A. ha istituito con le sue controllate un rapporto di tesoreria (tecnicamente cash-pooling), ossia un rapporto di conto corrente tra le due società. Praticamente ACEA S.p.A. è la banca di ACEA ATO 2 S.p.A..
Tra il 2016 e il 2019 la capogruppo ha effettuato un prelievo di dividendi pari a 361.166.287 di euro, nel fattispecie il 74,06% degli utili di ATO 2 S.p.A., e 236.536.647 di euro per interessi, per un totale di 597.702.934 di euro. Notare che dal 2016, il finanziamento della capogruppo ad ACEA ATO 2 è incrementato di 179.097.155 di euro, ossia la metà dei dividendi prelevati, ad un tasso piuttosto elevato rispetto al mercato.
Per sintetizzare ACEA S.p.A. preleva gli utili da ACEA ATO 2 S.p.A. e poi li restituisce sotto forma di prestito a tassi di interesse maggiori a quelli di mercato, ricavandone cospicui proventi finanziari.
Questa strategia, mirata esclusivamente alla massima estrazione del profitto, incatena ACEA ATO 2 S.p.A. in una spirale debitoria che tende vertiginosamente verso l'alto creando un costante aumento dell’indebitamento con incremento dei costi finanziari che pesano fortemente sulla tariffa. In questo modo il gestore riesce indirettamente a remunerare il capitale investito che il referendum 2011 ha abrogato.
Risulta evidente che l’utile prodotto dalla società non è prodromico al sostegno degli investimenti bensì viene realizzato per la quasi globalità nell’interesse dei soci.
Vi chiediamo di farvi portavoce in Conferenza dei Sindaci della richiesta di ridurre gli utili nei prossimi anni così da evitare gli aumenti tariffari proposti.
Si tratta di una scelta perfettamente realizzabile e legittima soprattutto in un periodo di emergenza sanitaria e approfondimento della crisi economico-sociale.
Tabella illustrativa dei ricavi, oneri finanziari e incrementi tariffari (dati in milioni di euro)
La morosità
Altra questione non irrilevante è il meccanismo del costo della morosità che, peraltro, non è nemmeno un costo se non per la parte di oneri finanziari che la società deve, eventualmente sostenere, per il ritardo della riscossione.
Il costo potrebbe essere quello della perdita, quando il credito per varie ragioni diventa inesigibile ed irrealizzabile.
Oltretutto, questa morosità, non è tutta imputabile agli utenti, ma anche ad altri crediti compresi quelli nei confronti della casa-madre, direttamente ed indirettamente.
Dal bilancio al 31.12.2019, ad esempio, ed è un paradosso, si rileva che la società ha crediti verso "i controllanti" pari a 86.994.000 di euro e che per gli stessi ha accantonato per “svalutazione crediti” la somma di 10.794.000 di euro, cioè una morosità che viene fatta pagare agli utenti, grazie al Metodo Tariffario, e che lascia perplessi.
Ci domandiamo e vi chiediamo di chiederne conto ad ACEA ATO 2 S.p.A. e alla STO: come è ipotizzabile che una società possa ritenere non esigbili crediti nei confronti del proprio padrone, i "controllanti"?
Potabilizzatore, desalinizzatore: opere inefficaci, e rischiose per garantire l'approvvigionamento idrico
Abbiamo verificato che nel programma degli interventi è prevista la realizzazione di un secondo impianto di potabilizzazione dell'acqua del Tevere di 3000 l/s, ossia 6 volte più grande di quello attuale situato a Grottarossa, e un desalinizzatore che andrà ad alimentare i comuni del litorale nord di Roma.
Di fatto c'è il rischio che a Roma e nei comuni dell'ATO 2 venga distribuita acqua con rilevanti criticità per la sua qualità e crediamo che la Conferenza dei Sindaci debba occuparsene.
Le perdite della rete idrica di ACEA si attestano intorno al 40%, mentre le sorgenti sono sempre più in sofferenza per i cambiamenti climatici e il prelievo crescente.
A questa “crisi” Acea ha risposto con un progetto per potabilizzare 500 litri al secondo di acqua del Tevere, inaugurato a dicembre 2018 e (fortunatamente) non ancora entrato in funzione. Ma il rischio non è sventato. La Conferenza dei Servizi decisoria che doveva dare il via libera da parte di tutti gli enti preposti entro il 28 settembre non ha raggiunto parere favorevole perchè alcuni Enti hanno sollevato perplessità e richieste di chiarimenti, chiamando in causa anche il Ministero dell'Ambiente. Attualmente il termine della conferenza dei servizi sembra essere sospeso, in attesa che vengano depositati altri documenti.
E' evidente che la materia è scottante ed evidentemente sono diverse le incongruenze e le preoccupazioni, anche da parte della Città Metropolitana di Roma.
Crediamo serva chiarezza e una discussione aperta su un tema tanto rilevante, in un Consiglio comunale aperto alla partecipazione dei cittadini.
La soluzione per combattere la crisi idrica è sempre stata (e rimane) la riduzione del tasso di perdita della rete, dove si perde acqua prevalentemente di sorgente, ed eventualmente l'utilizzo dell'acqua del Tevere purificata esclusivamente per usi non potabili.
I costi di queste nuove opere si aggirano intorno ai 190 mln e peseranno fortemente sulla tariffa negli anni avvenire a cui si aggiungeranno anche i residui 114 mln di euro dei conguagli non contabilizzati nel quadriennio 2020-2023.
Gli aumenti in futuro rischiano di essere ben più rilevanti di quelli attuali.
Uno scenario da scongiurare e su cui chiediamo a lei di farsene carico e votare in maniera contraria all'attuale proposta di aumento della tariffa.
Blocco dei distacchi
L'emergenza sanitaria da COVID-19 da mesi sta costringendo la popolazione a modificare radicalmente le proprie abitudini. Sono migliaia le persone obbligate alla permanenza in casa perchè malate o in quarantena e auto-isolamento.
A fronte di uno stato di evidente necessità crediamo sia necessaria un'assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni coinvolte nella gestione di un bene primario come l'acqua e dell'azienda che garantisce il servizio al fine di attivare con immediatezza interventi urgenti e risolutivi per scongiurare l'aggravarsi dell'emergenza sociale e sanitaria.
Sono molte le segnalazioni di cittadini che non hanno accesso all'acqua perchè hanno subito il distacco della fornitura idrica da parte di ACEA anche per pochi euro di morosità o perché rientrano nelle situazioni individuate dal famigerato art. 5 del Decreto Lupi.
Un esempio per tutti è la gravissima vicenda delle case ATER di Tor Bella Monaca che si protrae da mesi.
Vi chiediamo, dunque, di riportare in Conferenza dei Sindaci e assumere le seguenti proposte:
- il riallaccio tutte le utenze domestiche disalimentate e ancora oggi senza accesso alla fornitura d’acqua;
- il blocco dei distacchi del servizio e l'applicazione della tariffa agevolata alle utenze domestiche fino al termine dello stato di emergenza;
- l’esenzione del pagamento per gli utenti che abbiano perso reddito da lavoro con un ampliamento dei criteri già previsti nella disciplina del Bonus idrico.
Coordinamento Romano Acqua Pubblica
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www.acquabenecomune.org/attachments/Dossier_NO_aumento_tariffa_Conferenza_Sindaci_27-11-20.pdf