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lunedì 13 giugno 2016

Azione al Ministero della PA. #StopMadia - Incontro al Ministero alle 17.30




5 anni fa abbiamo vinto contro le privatizzazioni di Ronchi, oggi fermiamo il decreto Madia!
Sui servizi pubblici decidono i cittadini

Il 12 e 13 giugno 2011, infatti, oltre 26 milioni di persone si recarono alle urne per bloccare il progetto del Governo Berlusconi di definitiva privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali.

A giorni prima della scadenza referendaria l'allora Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, pubblicava sul suo profilo Facebook il seguente post: “Referendum. Vado a votare sì all’acqua pubblica ...".

Invece il Governo si muove in direzione contraria, svelando, nella relazione di accompagnamento dei decreti attuativi della legge Madia, i suoi obiettivi espliciti: “la riduzione della gestione pubblica ai soli casi di stretta necessità” e il “rafforzamento del ruolo dei soggetti privati”.

Per questo oggi un gruppo di attivisti del Forum dei Movimenti per l'Acqua e della Rete cittadina “DecideRoma” si è recato nella sede di Palazzo Vidoni, esponendo striscioni e la gigantesca bandiera della vittoria referendaria. Obiettivo dichiarato: la consegna al Ministro Madia delle memorie sui decreti 18 e 19 della legge che porta il suo nome, oltre a un “omaggio” in ricordo di quella straordinaria vittoria democratica.

La risposta del Ministero è stato l'intervento aggressivo e provocatorio delle forze dell'ordine che hanno spintonato gli attivisti e strappato lo storico bandierone dei referendum!

Tutti i presenti sono inoltre stati identificati e minacciati di essere portati in Questura. 

La difesa della volontà popolare e della democrazia per questo Governo non è una priorità ma una questione ordine pubblico.

E' infatti significativo che proprio mentre Roma si accinge ad eleggere il suo prossimo sindaco, un decreto rischia di spostare ulteriormente le decisioni su servizi pubblici dai consigli comunali ai consigli di amministrazione, rendendo, di fatto, il futuro sindaco poco più di un mero esecutore.

Bloccare questo progetto è quindi anche una questione di democrazia. Ma bloccarlo non è sufficiente.
Dal decreto “Salva Roma” al Decreto Madia, passando per il Documento Unico di Programmazione del commissario straordinario Tronca, tutti dettano la linea alla futura giunta capitolina: vendere e tagliare i servizi.

Tagli che sono già una realtà nella vita quotidiana di Roma: dal trasporto pubblico alla gestione dei rifiuti, dai servizi alla persona a quelli educativi, dai distacchi idrici per morosità al mancato pagamento degli stipendi di centinaia di lavoratori "esternalizzati" o direttamente licenziamenti.

E' quindi necessario un nuovo modello gestionale e decisionale per i servizi pubblici della capitale. Un modello che i comitati per l'acqua hanno tracciato con la legge regionale 5/2012, lasciata inattuata dalla Giunta Regionale.
Un modello che la rete cittadina “DecideRoma” sta tracciando attraverso assemblee affollatissime e la scrittura collettiva di nuovi princìpi di democrazia dal basso, che vedrà una prossima tappa il 23 giugno, in largo Ricciardi (metro San Paolo) per un dibattito proprio sulla gestione dei servizi pubblici.

Per questo è necessario cambiare i testi del Decreto Madia, che a breve passeranno nelle commissioni parlamentari, e uscire dalla retorica del debito e del pareggio di bilancio.

I diritti dei cittadini non sono un debito, i servizi non si toccano: Madia, giù le mani dai referendum 2011!




Campagna "STOP Madia"

giovedì 12 giugno 2014

Lazio - legge sull'acqua impugnata: il governo sacrifica la democrazia per salvare i grandi interessi privati


Venerdì 6 giugno il Consiglio dei Ministri ha deciso d'impugnare la legge per la gestione pubblica e partecipata del servizio idrico approvata all’unanimità dal Consiglio regionale del Lazio lo scorso 17 marzo. Ma sulla base di quali motivazioni?

La lettura dei 7 punti contestati lascia infatti qualche dubbio sulla consistenza degli stessi, tanto da far pensare ad un'errata interpretazione di alcuni passaggi del testo di legge. Un esempio su tutti la supposta violazione delle regole della concorrenza, al contrario correttamente interpretate nella nostra legge secondo i trattati comunitari che, in materia di affidamenti di servizi di interesse generale, lasciano libertà di scelta tra ricorso al mercato o meno. 

Una libertà che evidentemente il Governo Renzi intende limitare con un'impugnativa dal sapore chiaramente politico.

Da un lato si tenta infatti di colpire al cuore l'autonomia degli enti locali, già strangolati dal patto di stabilità, ai quali il testo di legge in oggetto, proposto non a caso da 40 comuni del Lazio, riconsegna invece il ruolo di governo del proprio territorio.

Dall'altro ci si affanna a difendere i grandi interessi privati: viene infatti contestata la possibilità di revocare una concessione, qualora vi siano "gravi problemi qualitativi e quantitativi", e di farlo senza rimborso per il concessionario. 

Parallelamente si mira ad eliminare dal testo di legge la norma transitoria che sospende, fino all'individuazione dei nuovi ambiti territoriali, la cessione delle reti da parte di quei comuni che non intendono servirsi del gestore individuato dagli attuali Ato, ormai peraltro decaduti.

Il Governo in sostanza sta dicendo: le tasche dei gestori non si toccano, non importa come abbiano svolto il loro compito, e i comuni, o consorzi di comuni, non possono permettersi di rifiutare il loro "abbraccio". 


Sicuramente qualcuno ringrazierà il Governo per questa coraggiosa difesa degli interessi privati: Acea e Suez, solo per fare degli esempi, ma molti altri si preparano invece a difendere gli interessi collettivi, e a far valere i milioni di voti per l'acqua pubblica di cui, proprio in questi giorni, ricorre il terzo anniversario.

Roma, 12 Giugno 2014

lunedì 9 giugno 2014

RICOMINCIO DA TRE... A tre anni dalla vittoria dell'acqua pubblica, è ora di deLiberare Roma!


Il 12-13 giugno 2011 più di 26 milioni di italiani dicevano sì per fermare le privatizzazioni dei servizi pubblici locali, una vittoria che tutti i governi hanno provato a cancellare, e che oggi è nuovamente sotto attacco. 

Una vittoria che ha però scavato a fondo nei cuori di milioni di persone, convinte oggi come tre anni fa che su acqua e beni comuni non si debbano fare profitti.

Per questo è partita la campagna “de-Liberiamo Roma: quattro delibere di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione di Acea, l'uso sociale del patrimonio immobiliare abbandonato, la scuola pubblica e la finanza sociale. 

Per liberare Roma dalla speculazione privata, utilizzando invece le sue molteplici ricchezze per la collettività.

L'appuntamento è alle 20.30 in Piazza Sauli, per accogliere insieme l'arrivo del corteo per la cultura

A seguire:
ore 21.00 Concerto della Banda Jorona
ore 22.00 Esibizione dei Letizia Drums 
ore 23.00 Djset 

Vi aspettiamo!