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mercoledì 22 giugno 2016

Il Ministro Madia vuole rispettare i referendum 2011? Bene, riscriva completamente il decreto sui servizi pubblici!


Oggi una delegazione di attivisti del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e della rete #DecideRoma ha incontrato il Ministro Madia per sottoporre alla sua attenzione le gravi criticità contenute nel decreto attuativo sui servizi pubblici locali in merito alla violazione dell'esito referendario del 2011.

Il Ministro ha dichiarato che intenzione dei decreti non è quella di favorire le privatizzazioni e di violare quindi gli esiti referendari. In sostanza una sconfessione del testo scritto, che, come evidenziato da tutte le istituzioni chiamate ad esprimere un parere su tale provvedimento, punta invece ad assicurare nuove forme di privatizzazione sostanziale.

Nel dettaglio il Ministro ha quindi preso l'impegno di modificare quelle parti del testo che puntano a rendere residuale la scelta della gestione in house e di eliminare la reintroduzione della "adeguata remunerazione" della tariffa idrica, abrogata dai referendum 2011. Ha inoltre ribadito come il divieto del ricorso all'azienda speciale per la gestione dei servizi a rete sia stata una precisa scelta del Governo, aspetto sul quale non ha preso alcun impegno.


E' evidente come il ricorso all'azienda di diritto pubblico come forma di gestione sia un punto dirimente del rispetto dell'esito referendario, così come lo è l'impostazione complessiva del decreto. Le modifiche che ci aspettiamo non sono quindi delle "limature", ma un cambiamento sostanziale di tutti quegli articoli che creano, di fatto, un "favor" per le gestioni private.

Per questo a breve consegneremo ai Presidenti della Camera e del Senato centinaia di migliaia di firme, raccolte nell'ambito dela campagna sui referendum sociali, a sostegno di una petizione popolare con cui si richiede il ritiro del decreto, o la sua riscrittura radicale. Se la volontà espressa oggi dal Ministro è reale, il decreto dovrà cambiare completamente forma. 


Per queste ragioni abbiamo ribadito che la mobilitazione contro questo provvedimento proseguirà anche nei prossimi mesi, passando anche attraverso le amministrazioni locali, la cui distanza dalle scelte del Governo si fa sempre più ampia.

21/06/2016
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

lunedì 13 giugno 2016

Azione al Ministero della PA. #StopMadia - Incontro al Ministero alle 17.30




5 anni fa abbiamo vinto contro le privatizzazioni di Ronchi, oggi fermiamo il decreto Madia!
Sui servizi pubblici decidono i cittadini

Il 12 e 13 giugno 2011, infatti, oltre 26 milioni di persone si recarono alle urne per bloccare il progetto del Governo Berlusconi di definitiva privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali.

A giorni prima della scadenza referendaria l'allora Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, pubblicava sul suo profilo Facebook il seguente post: “Referendum. Vado a votare sì all’acqua pubblica ...".

Invece il Governo si muove in direzione contraria, svelando, nella relazione di accompagnamento dei decreti attuativi della legge Madia, i suoi obiettivi espliciti: “la riduzione della gestione pubblica ai soli casi di stretta necessità” e il “rafforzamento del ruolo dei soggetti privati”.

Per questo oggi un gruppo di attivisti del Forum dei Movimenti per l'Acqua e della Rete cittadina “DecideRoma” si è recato nella sede di Palazzo Vidoni, esponendo striscioni e la gigantesca bandiera della vittoria referendaria. Obiettivo dichiarato: la consegna al Ministro Madia delle memorie sui decreti 18 e 19 della legge che porta il suo nome, oltre a un “omaggio” in ricordo di quella straordinaria vittoria democratica.

La risposta del Ministero è stato l'intervento aggressivo e provocatorio delle forze dell'ordine che hanno spintonato gli attivisti e strappato lo storico bandierone dei referendum!

Tutti i presenti sono inoltre stati identificati e minacciati di essere portati in Questura. 

La difesa della volontà popolare e della democrazia per questo Governo non è una priorità ma una questione ordine pubblico.

E' infatti significativo che proprio mentre Roma si accinge ad eleggere il suo prossimo sindaco, un decreto rischia di spostare ulteriormente le decisioni su servizi pubblici dai consigli comunali ai consigli di amministrazione, rendendo, di fatto, il futuro sindaco poco più di un mero esecutore.

Bloccare questo progetto è quindi anche una questione di democrazia. Ma bloccarlo non è sufficiente.
Dal decreto “Salva Roma” al Decreto Madia, passando per il Documento Unico di Programmazione del commissario straordinario Tronca, tutti dettano la linea alla futura giunta capitolina: vendere e tagliare i servizi.

Tagli che sono già una realtà nella vita quotidiana di Roma: dal trasporto pubblico alla gestione dei rifiuti, dai servizi alla persona a quelli educativi, dai distacchi idrici per morosità al mancato pagamento degli stipendi di centinaia di lavoratori "esternalizzati" o direttamente licenziamenti.

E' quindi necessario un nuovo modello gestionale e decisionale per i servizi pubblici della capitale. Un modello che i comitati per l'acqua hanno tracciato con la legge regionale 5/2012, lasciata inattuata dalla Giunta Regionale.
Un modello che la rete cittadina “DecideRoma” sta tracciando attraverso assemblee affollatissime e la scrittura collettiva di nuovi princìpi di democrazia dal basso, che vedrà una prossima tappa il 23 giugno, in largo Ricciardi (metro San Paolo) per un dibattito proprio sulla gestione dei servizi pubblici.

Per questo è necessario cambiare i testi del Decreto Madia, che a breve passeranno nelle commissioni parlamentari, e uscire dalla retorica del debito e del pareggio di bilancio.

I diritti dei cittadini non sono un debito, i servizi non si toccano: Madia, giù le mani dai referendum 2011!




Campagna "STOP Madia"

giovedì 26 maggio 2016

Protesta al #ForumPA: più servizi pubblici, meno privatizzazioni, più diritti, meno mercato! #stopmadia



Questa mattina un gruppo di attiviste e attivisti della Rete DecideRoma e dell'USB ha fatto irruzione nella sala dove si stava svolgendo un dibattito sulla cosiddetta valorizzazione degli asset pubblici all'interno del Forum sulla Pubblica Amministrazione 2016, per ribadire il no al rilancio dei processi di privatizzazione.

Ad aprire i lavori era presente il Ministro dell'Economia Padoan con il compito di illustrare una serie di provvedimenti messi in campo dal Governo volti ad aprire definitivamente al mercato e alla concorrenza i servizi pubblici locali e ad avviare l'alienazione del patrimonio pubblico.

La protesta ha denunciato con forza i reali obiettivi della Riforma della Pubblica Amministrazione, conosciuta come legge Madia, la quale attraverso il combinato disposto di due decreti attuativi, quello sulle società partecipate e quello sui servizi pubblici locali, intende imporre la privatizzazione di tutti i servizi a rete, dall'acqua all'energia, dai rifiuti al trasporto pubblico locale, espropriando gli enti locali e le comunità territoriali di ogni facoltà nel determinare l'articolazione territoriale dei servizi e le politiche tariffarie.

Le attiviste e gli attivisti hanno esposto uno striscione con su scritto “Per ripartire dai territori, garantire i servizi pubblici e i diritti” tramite il quale, riprendendo il titolo del workshop, è stata ribadita la contrarietà al progetto del Governo e denunciato come questi due decreti siano, di fatto, dei manifesti liberisti che puntano alla riduzione del ruolo del pubblico e all'incentivazione dei ruolo del privato negli stessi.

Ancora una volta, invece, è stata richiesta una svolta radicale rispetto a queste politiche che non hanno fatto altro che provocare precarizzazione del lavoro e riduzione dei diritti, peggioramento della qualità del servizio, aumento delle tariffe, riduzione dei finanziamenti per gli investimenti, diseconomicità della gestione, espropriazione dei saperi collettivi, mancanza di trasparenza e di democrazia. Ovvero, il totale fallimento degli obiettivi promessi dalla martellante campagna di promozione comunicativa in ordine ai benefici della privatizzazione.

Una svolta radicale che è stata indicata anche da oltre 26 milioni di persone con il voto ai referendum del 2011.
Esito referendario e volontà popolare che il Governo, il PD e la maggioranza vorrebbero cancellare definitivamente con i decreti attuativi della legge Madia.

Con l'azione comunicativa di oggi ribadiamo che indietro non si torna e che vogliamo più servizi pubblici e meno privatizzazioni, più diritti e meno mercato.

Non permetteremo a Madia/Renzi ciò che abbiamo impedito a Ronchi/Berlusconi.
Roma, 26 maggio 2016

Campagna #stopMadia

foto della contestazione

lunedì 4 aprile 2016

Quanno c'hai sete l'acqua è la mejo cosa - 5x1000 al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

La battaglia per l'acqua pubblica in Italia nasce e vive dal basso, per questo è importante il sostegno di tutte e tutti.
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua non riceve contributi istituzionali, ma sostiene una serie di spese per portare avanti le campagne per il diritto all'acqua, le iniziative per la ripubblicizzazione del servizio idrico e le azioni legali per il rispetto dei referendum.
Chiediamo quindi a coloro che vogliono difendere il diritto all'acqua di contribuire sia attivandosi sui territori e sui social, diffondendo le istanze dell'acqua pubblica, sia con un contributo economico.
Il primo atto concreto è quello di sostenere il Forum dei Movimenti per l'acqua con il tuo 5x1000, destinandolo all'Associazione Acqua Bene Comune Onlus, soggetto giuridico del Forum.
Per il diritto all'acqua - pubblica, partecipata, libera e di qualità, scrivi il C.F. 97738170584
Perché "Quanno c'hai sete l'acqua è la mejo cosa"



lunedì 29 febbraio 2016

#11M - THE REGGAE CIRCUS e Tonino CAROTONE ★★★ special ACQUA edition @Acrobax



Le battaglie per l'acqua sono fatte da mille rivoli. In alcuni momenti c'è bisogno che i mille rivoli si uniscano, per dare forza a un'idea, per permetterle di continuare a camminare e a crescere.

Tra le tante iniziative che vedranno mobilitato il Forum dei movimentiper l'acqua nel mese di marzo, non si può certo mancare l'11 Marzo, quando Reggae Circus e Tonino Carotone dedicheranno un intero spettacolo proprio a sostegno della battaglie del Forum dell'acqua!

E per poter seguire il concerto con la giusta energia, dalle 20.00 cena a sostegno delle spese legali degli attivisti e delle attiviste colpit* da denunce e indagini per aver difeso con determinazione diritti fondamentali come l'acqua!

★★★ THE REGGAE CIRCUS ★★★ special ACQUA edition ★★★ e con la partecipazione di uno special guest d'eccezione, Tonino Carotone.

Venerdì 11 marzo, ore 21.30 @ Acrobax - Via della Vasca Navale 6, Roma 

Vi aspettiamo tutte e tutti, con amici, conoscenti, vicini di casa e sconosciuti!

Fai girare l'evento fb

mercoledì 9 settembre 2015

Il Parlamento europeo vota per il diritto umano all'acqua in Europa!



Il voto di ieri al Parlamento Europeo è una grande vittoria per la democrazia, la società civile e per ciascuno degli oltre 2 milioni di cittadini che hanno firmato l'iniziativa dei cittadini europei, ICE, sul diritto all'acqua.
La relazione sul seguito da dare all'ICE “Right2Water”, sostenuta al Parlamento europeo a maggioranza, è passata senza grandi cambiamenti, nonostante un contromozione proposto dal PPE e dei gruppi ECR.

La posizione del Parlamento europeo sul diritto all'acqua è chiara!
La Commissione è ora chiamata ad attuare il diritto all'acqua in Europa attraverso la produzione di strumenti legislativi efficaci per rendere il diritto umano all'acqua e ai servizi igienico-sanitari una realtà.
L'acqua è definita come un bene vitale e necessario per la dignità umana e non può essere trattata come una merce. Pertanto, i servizi idrici devono essere esclusi da accordi commerciali, come ad esempio il TTIP.

La Commissione è tenuta, altresì, a non promuovere la privatizzazione dei servizi idrici nel contesto delle misure di austerità e ad escludere l'acqua, i servizi igienico-sanitari e di smaltimento delle acque reflue dalle regole del mercato interno.
E 'la vittoria per il diritto umano all'acqua, ma è anche una vittoria contro TTIP e l'austerità!

La relatrice, la deputata irlandese Lynn Boylan, ha dichiarato: "una prima risposta della Commissione all'ICE era vaga, deludente e ha fatto poco per rispondere alle richieste [dei cittadini]. In questa relazione io e i colleghi progressisti ci siamo uniti per produrre un rapporto che desse risposte migliori alla loro campagna."

Il voto di oggi dimostra che la pressione dei cittadini è efficace e determinante, dato che persino alcuni deputati del PPE e ECR, alla fine, hanno votato a favore della mozione.

Per questo motivo, pur lodando il Parlamento europeo per questo voto, il Movimento europeo per l'Acqua vuole anche congratularsi con tutte le organizzazioni della società civile che si sono impegnate nella mobilitazione. 
Inoltre vogliamo ringraziare ognuno dei più di 11.200 cittadini europei che, nel corso degli ultimi 4 giorni, ha scritto ai parlamentari europei (incluso chi ha partecipato all'azione comune on-line) spingendoli a votare a favore del diritto all'acqua!

Come Movimento europeo per l'Acqua ci aspettiamo che la Commissione abbia, alla fine, una reazione positiva e propositiva: vogliamo che il diritto umano all'acqua sia una realtà per i cittadini europei!


Movimento europeo per l'Acqua - European Water Movement
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

giovedì 27 agosto 2015

Le realtà sociali del Rialto sotto sgombero dal comune di Roma



“Riacquisizione dello spazio”, questa la volontà espressa dal Comune di Roma per gli spazi del Rialto-San Ambrogio, utilizzate da diverse associazioni e realtà sociali da oltre 10 anni.
Un processo di confronto iniziato con il comune di Roma per l'utilizzo a fini sociali che oggi il Comune chiude, nonostante le garanzie date a fine Giugno dallo stesso assessorato al Patrimonio.

I movimenti sociali e le forme di partecipazione popolare alla vita della città, le esperienze e la memoria  di una cultura critica e antiliberista, queste sono le ricchezze delle nostra città. Di contro c'è la speculazione, la privatizzazione e l'impoverimento. Il comune del Sindaco Marino sta con i predatori. Cancella e soffoca le esperienze come quella del teatro Valle bene Comune, SCUP, Angelo Mai, Cinema America ecc ecc.

In buona sostanza per i primi di Settembre il Comune di Roma prevede di sgomberare e prendere lo stabile per fare cassa visto la posizione favorevole. Ancora una volta la Giunta Marino si fa scudo del debito della Capitale per giustificare la svendita del patrimonio pubblico sul mercato a scapito di qualsiasi utilizzo sociale.

Il Rialto ha rappresentato e rappresenta una delle più felici ibride esperienze di socialità della Città. Qui hanno trovato modo di incontro ed organizzazione esperienze come la campagna referendaria sull'acqua bene comune, qui è nata la lista per le elezioni europee L'Altra Europa con Tsipras, qui si custodisce e si tramanda la memoria dei canti di lotta operaia e partigiana, qui sono state prodotte e coordinate le quattro delibere per Roma, qui si sperimentava cultura alternativa e teatro moderno.

Le realtà interessate dallo sgombero sono mesi che stanno cercando un dialogo e una soluzione incontrando alla fine solo un muro di gomma da parte dell'Assessore Cattoi e, in generale, dalla giunta Marino.
Ribadiamo con determinazione che la gestione scellerata, tesa a far pagare il peso del debito capitolino alla cittadinanza e alle realtà  sociali, è per noi dannosa e pericolosa.
Inoltre risulta priva di una qualunque lungimiranza e disegno per la vita di Roma, se non quello dell'annientamento delle espressioni di partecipazione e democrazia di questa città.

Chiediamo con forza la sospensione dei procedimenti amministrativi per poter chiarire la situazione e comprendere quali prospettive e soluzioni questa amministrazione prevede.
Ci uniamo a tutti i cittadini, realtà sociali e politiche, che stanno richiedendo a gran voce che la giunta si confronti sul futuro della città di Roma, che blocchi la svendita del patrimonio pubblico e la privatizzazione dei servizi.

Il nostro compito è quello di non lasciare che questa ricchezza si disperda o venga cancellata. Non permetteremo che questo scempio avvenga nel silenzio e nell'indifferenza.

Le associazioni del Rialto San Ambrogio

mercoledì 11 marzo 2015

Ddl Madia: una riforma che cancella il referendum sull'acqua e i servizi pubblici


Questa mattina presso il Senato si è svolta la conferenza stampa promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e che ha visto la partecipazione anche di diversi Senatrici e Senatori del Movimento 5 Stelle e di SEL. In particolare sono intervenuti la Sen. Loredana De Petris e il Sen. Nicola Morra.

Argomento di discussione il cosiddetto “DDL Madia” che dietro all'apparente neutralità di una “Riforma della Pubblica Amministrazione”, cela invece un preoccupante disegno per l'aggiramento della volontà popolare espressa a giugno 2011 attraverso i referendum contro la privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali.

Le norme inserite negli articoli 14 e 15 del disegno di legge, se approvato nell'attuale versione, rappresentano infatti una delega al Governo con indicazioni precise volte al rilancio dei processi di privatizzazione, limitando drasticamente gli affidamenti diretti e incentivando i processi di aggregazione.

Non solo quindi si scavalca la volontà popolare, ma anche la funzione dello stesso Parlamento e degli Enti locali, anche attraverso interventi diretti come l'impugnativa della Legge Regionale del Lazio per la gestione pubblica del servizio idrico, così come ricordato dalla Sen. De Petris.

Anche per questo stupisce, come sottolineato dal Sen. Morra, l'assenza di rappresentanti del PD all'odierno dibattito, trattandosi di un partito che non solo ha sostenuto i referendum del 2011, ma che ha anche partecipato alla creazione dell'intergruppo parlamentare per l'acqua, depositando, insieme a SEL e M5S, la proposta di legge per l'acqua pubblica elaborato dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua.

E' quindi evidente che l'attuale governo ha l'obiettivo di completare quei processi di privatizzazione che Confindustria chiede da anni e lo sta facendo varando una serie di norme che marciano in questa direzione. Con lo “Sblocca Italia” e con la legge di stabilità si incentivano infatti processi di aggregazione, fusione e dismissione delle partecipate dagli Enti Locali, a vantaggio dei quattro colossi multiutilities attuali - A2A, Iren, Hera e Acea - già collocati in Borsa, che potranno inglobare tutte le società di gestione dei servizi idrici, ambientali ed energetici, relegando i Comuni ad un ruolo sempre più marginale. Il DDL Madia, in modo piuttosto esplicito, si inserisce nella stessa scia.

Un enorme regalo alle multinazionali dell'acqua e dei servizi, fatto anche con la complicità dell'AEEGSI, che ha consentito ai gestori d'incassare milioni di euro, oltre che con i consueti aumenti tariffari, anche con la possibilità d'inserire nella bolletta idrica conguagli retroattivi fino al 2006. Tutto ciò nonostante che annualmente si registrino utili ingenti che non vengono reinvestiti nel servizio ma in larga parte prelevati dagli azionisti come dividendi.

Tutto questo mentre ci si appresta a “celebrare” la Giornata Mondiale dell'acqua, in un clima che vede un dibattito troppo simile a quello prereferendario, come se 27 milioni di cittadini non avessero mai votato per l'acqua pubblica.

Evidentemente il Governo è pronto a sacrificare sull'altare delle privatizzazioni anche la stessa Costituzione, aggirando la volontà popolare e relegando le Camere ad un ruolo marginale.

Un'altra strada però è praticabile, come dimostra l'esperienza di Napoli, che due giorni fa ha terminato l'affidamento del servizio idrico all'azienda speciale ABC Napoli, e come dimostrano le decine di vertenze aperte in tutta Italia per la ripubblicizzazione e contro le nuove privatizzazioni.

Roma, 11 Marzo 2015.

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

mercoledì 11 febbraio 2015

CS Diciamo No al tentativo di chiusura del Rialto Santambrogio


Diciamo No al tentativo di chiusura del Rialto Santambrogio


In data 28 Gennaio il Dipartimento Patrimonio, Sviluppo e Valorizzazione di Roma Capitale ha inviato a tutte le realtà che hanno sede al Rialto Santambrogio una lettera di recupero coatto dell'immobile, concedendo 30 giorni per “abbandonare” la struttura. Una vera e propria intimidazione atta allo sgombero di uno spazio legalmente assegnato e per ciò tutelato nella sua attuale destinazione d’uso a scopi sociali e culturali.

La motivazione addotta dal Dipartimento Patrimonio fa riferimento ad una non chiara riunificazione degli spazi con la contigua Sovrintendenza. Ciò assume i contorni di una mistificazione della realtà, se si legge alla luce della delibera attualmente in discussione in assemblea capitolina, con cui la stessa Amministrazione mette in vendita un cospicuo numero di immobili tra cui anche il complesso monumentale del Sant'Ambrogio della Massima.

Intendiamo denunciare con forza come questo atto si pone l'obiettivo di cancellare un luogo pubblico, non statale, centro di sperimentazione culturale e sociale e per tanto svincolato dal mero fattore economico.

Ci spiace anche dover rilevare come questa vicenda non sia isolata, ma si inserisca in una serie di analoghi provvedimenti che stanno colpendo altri spazi sociali della capitale.

Ci teniamo anche a sottolineare come negli anni centinaia tra artisti, performer, compagnie teatrali, organizzazioni culturali, musicisti e scrittori hanno potuto cimentarsi e crescere grazie a un posto come il Rialtoccupato e il Circolo Gianni Bosio. Così come è importante segnalare che l'immobile di Via Sant'Ambrogio n.4 è ancora oggi sede dell'Associazione Acqua Bene Comune Onlus struttura organizzativa del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua che tra il 2010 e il 2011, insieme ad un'ampia coalizione sociale, ha promosso i referendum per l'acqua pubblica svolti il 12 e 13 giugno 2011. Gli spazi occupati da codesta realtà sono stati sede legale del Comitato Promotore per il Sì ai Referendum per l'Acqua Pubblica, un'esperienza di straordinaria partecipazione democratica che ha portato a far esprimere 27 milioni di cittadini a favore di una gestione pubblica dell'acqua e dei servizi pubblici locali.

Ora è evidente che questi sono valori sociali e democratici che andrebbero non solo tutelati ma incentivati da chi ha l'onere di gestire la cosa pubblica, come si chiede da tempo alla politica capitolina.

Lo stabile del Sant’Ambriogio della Massima ospita dal 2000, tramite legittima Ordinanza del Sindaco n.29 e n.30, l’Associazione Culturale Rialtoccupato e numerose altre associazioni che nel tempo hanno utilizzato e ne utilizzano gli spazi.

Una storia particolarmente complessa: una chiusura tramite sequestro preventivo operato nel marzo 2009 e durata 5 anni, a cui sono seguiti tre processi penali con nove capi di imputazioni e altrettante assoluzioni culminate col dissequestro ordinato dal Tribunale di Roma il 19 Febbraio 2014; l'inefficienza della Amministrazione capitolina incapace fino adesso di attuare una delibera vigente del 2004 che prevede il trasferimento delle associazioni tutte presso l'ex autoparco dei Vigili Urbani di Viale delle Mura Portuensi, comportando oggi una situazione che va chiarita e non demandata a tecnicismi amministrativi o ad altri organi repressivi dello stato.

Per queste ragioni non intendiamo rassegnarci al diktat dell'amministrazione e abbiamo richiesto un incontro urgente con il Sindaco Marino e l'Ass.re al Patrimonio Cattoi al fine di individuare una soluzione positiva a tale questione e dare attuazione all’iniziativa intrapresa 10 anni fa per la valorizzazione di questa esperienza di socialità. Annunciamo sin da subito che qualora non ci fossero riscontri in tempi brevi siamo pronti a mobilitarci e a mettere in campo una campagna di sensibilizzazione e informazione.

Roma, 11 Febbraio 2015


Associazione Rialtoccupato, Ass. ARCI Roma, Circolo Gianni Bosio, Associazione Acqua Bene Comune Onlus, Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, Associazione per il Rinnovamento della Sinistra, Associazione Trasform! Italia, Forum Ambientalista, Associazione STALKagency, I.I.C.A. - Istituto Internazionale Consumo e Ambiente, AUSTEL - Associazione Utenti Servizi Telefonici, ADP - Associazione Diritti Pedoni di Roma e Lazio, Cammina Citta’ - Federazione Italiana Diritti Pedoni e Salvaguardia Ambiente, Associazione Attac Italia.