Ecco la prova che dimostra come per Acea Ato 2, gestore idrico privato di 75 comuni della provincia di Roma, siano più importanti gli interessi dei soci che quelli della popolazione.
Questa è la trascrizione della lettera inviata ai sindaci dell'Ato2, con cui Nicola Zingaretti, in qualità di presidente dell'Autorità d'Ambito, spiega come Acea si sia rifiutata di anticipare i soldi per affrontare i problemi idrici del territorio.
Per Acea l'acqua potabile può aspettare, i soldi dei soci no.
E i sindaci lo sapevano.
Palazzo Valentini, 6 maggio 2010
Caro Sindaco,
ho ritenuto utile e corretto farLe pervenire copia della lettera che, in qualità di Presidente dell'Ato 2, ho inviato nel mese di marzo al Sindaco Alemanno e all'assessore al Bilancio Maurizio Leo, in merito alla possibile dismissione di quote di capitale sociale di Acea Spa da parte del Comune di Roma come conseguenza del Decreto Ronchi.
Mi sembra infatti doveroso anche in considerazione della mancata risposta del Comune di Roma sulle questioni da noi sollevate, informare e coinvolgere tutti i rappresentanti delle comunità locali del nostro territorio, in una discussione che deve essere trasparente e inclusiva e che, come può leggere nel testo allegato, dovrà trovare una sua sede naturale di confronto nella Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti.
La delicatezza delle questioni riguardanti la futura gestione del sistema idrico integrato impone, oggi, di delineare un percorso chiaro e condiviso ad esclusivo servizio dei cittadini interessati a rafforzare un sistema efficiente.
Un percorso che, anche al di là di qualsiasi valutazione prettamente politica del decreto Ronchi, significa attenzione al bene comune, sostegno agli investimenti per l'efficientamento e la messa a norma delle reti, valutazione della qualità dei servizi, così importante per la tutela dell'ambiente e del nostro territorio.
Ritengo, inoltre, opportuno informarLa che, intervenendo all'Assemblea di Acea Ato dello scorso 22 aprime la Provincia di Roma, attraverso l'Assessore al Bilancio Antonio Rosati, ha proposto di destinare gli utili dell'azienda per il 50% dei dividendi ai soci, riservando l'altro 50% ad ulteriori investimenti per metà nella Provincia di Roma, specialmente nelle Aree dei Castelli Romani, nei Comuni del Litorale Pontino e nell'area dei Monti Simbruini, e per metà nel Comune di Roma. La proposta è stata accolta con favore da tutti i comuni presenti – compreso il Comune di Roma, che, anzi, su intervento dell'assessore Ghera l'ha emendata proponendo correttamente di destinare i 2/3 degli investimenti al proprio territorio. La proposta è stata tuttavia respinta dal rappresentate di Acea Spa che, come noto, detiene il 97% dell'azienda ed ha, conseguentemente, potere di veto.
Di conseguenza, mentre c'è stata unanimità nell'approvazione del bilancio, la destinazione totale degli utili ai Soci è stata approvata solamente col voto del Socio Acea pari a circa 97% del capitale sociale, mentre la proposta della Provincia di Roma ha raccolto il voto di altri soci presenti, ma è risultata minoranza.
Osserviamo con rammarico che l'azienda Acea abbia mantenuto inalterata la sua posizione malgrado il voto difforme del suo socio di maggioranza Comune di Roma. Auspichiamo, pertanto, che il Comune di Roma, conformemente a quanto votato in sede di assemblea di Acea ato2 riporti tali indirizzi anche nella prossima, delicata, assemblea di Acea, favorendo ulteriori investimenti per la città sia sul piano ambientale che economico e occupazionale.
Nicola Zingaretti
Questa è la trascrizione della lettera inviata ai sindaci dell'Ato2, con cui Nicola Zingaretti, in qualità di presidente dell'Autorità d'Ambito, spiega come Acea si sia rifiutata di anticipare i soldi per affrontare i problemi idrici del territorio.
Per Acea l'acqua potabile può aspettare, i soldi dei soci no.
E i sindaci lo sapevano.
Palazzo Valentini, 6 maggio 2010
Caro Sindaco,
ho ritenuto utile e corretto farLe pervenire copia della lettera che, in qualità di Presidente dell'Ato 2, ho inviato nel mese di marzo al Sindaco Alemanno e all'assessore al Bilancio Maurizio Leo, in merito alla possibile dismissione di quote di capitale sociale di Acea Spa da parte del Comune di Roma come conseguenza del Decreto Ronchi.
Mi sembra infatti doveroso anche in considerazione della mancata risposta del Comune di Roma sulle questioni da noi sollevate, informare e coinvolgere tutti i rappresentanti delle comunità locali del nostro territorio, in una discussione che deve essere trasparente e inclusiva e che, come può leggere nel testo allegato, dovrà trovare una sua sede naturale di confronto nella Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti.
La delicatezza delle questioni riguardanti la futura gestione del sistema idrico integrato impone, oggi, di delineare un percorso chiaro e condiviso ad esclusivo servizio dei cittadini interessati a rafforzare un sistema efficiente.
Un percorso che, anche al di là di qualsiasi valutazione prettamente politica del decreto Ronchi, significa attenzione al bene comune, sostegno agli investimenti per l'efficientamento e la messa a norma delle reti, valutazione della qualità dei servizi, così importante per la tutela dell'ambiente e del nostro territorio.
Ritengo, inoltre, opportuno informarLa che, intervenendo all'Assemblea di Acea Ato dello scorso 22 aprime la Provincia di Roma, attraverso l'Assessore al Bilancio Antonio Rosati, ha proposto di destinare gli utili dell'azienda per il 50% dei dividendi ai soci, riservando l'altro 50% ad ulteriori investimenti per metà nella Provincia di Roma, specialmente nelle Aree dei Castelli Romani, nei Comuni del Litorale Pontino e nell'area dei Monti Simbruini, e per metà nel Comune di Roma. La proposta è stata accolta con favore da tutti i comuni presenti – compreso il Comune di Roma, che, anzi, su intervento dell'assessore Ghera l'ha emendata proponendo correttamente di destinare i 2/3 degli investimenti al proprio territorio. La proposta è stata tuttavia respinta dal rappresentate di Acea Spa che, come noto, detiene il 97% dell'azienda ed ha, conseguentemente, potere di veto.
Di conseguenza, mentre c'è stata unanimità nell'approvazione del bilancio, la destinazione totale degli utili ai Soci è stata approvata solamente col voto del Socio Acea pari a circa 97% del capitale sociale, mentre la proposta della Provincia di Roma ha raccolto il voto di altri soci presenti, ma è risultata minoranza.
Osserviamo con rammarico che l'azienda Acea abbia mantenuto inalterata la sua posizione malgrado il voto difforme del suo socio di maggioranza Comune di Roma. Auspichiamo, pertanto, che il Comune di Roma, conformemente a quanto votato in sede di assemblea di Acea ato2 riporti tali indirizzi anche nella prossima, delicata, assemblea di Acea, favorendo ulteriori investimenti per la città sia sul piano ambientale che economico e occupazionale.
Nicola Zingaretti