venerdì 11 novembre 2011

Acqua, vestiti da Robin Hood contro lo sceriffo di Nottingham-Acea




Blitz degli attivisti del Forum italiano dei Movimenti per l'Acqua e del Coordinamento romano nella sede di piazzale Ostiense. "Chiediamo 200mila euro che Acea ha versato al comitato per il 'no' durante il referendum"

Vestiti da Robin Hood e da abitanti della foresta di Sherwood, una trentina di attivisti del Forum italiano dei Movimenti per l'Acqua e del Coordinamento romano Acqua pubblica hanno occupato simbolicamente la sede di Acea, a piazzale Ostiense. "Siamo Robin Hood: rubiamo ai ricchi per dare ai poveri. Siamo qui per incontrare lo sceriffo di Nottingham-Acea, chiediamo i 200.000 euro che Acea ha versato al comitato per il 'no'", hanno gridato al megafono, ripetendo più volte il coro "Acqua pubblica".

I manifestanti, oltre ad un grande striscione, hanno portato un mega assegno ("200.000 euro ai cittadini di Roma, firmato Acea") ed una grande busta da lettere: "richiesta di dimissioni per il presidente Giancarlo Cremonesi". Sulle porte d'ingresso di Acea hanno attaccato inoltre alcuni adesivi con la scritta "privatizzata". "Noi siamo qui per chiedere ad Acea che sancisca per i cittadini i 200.000 euro che durante il referendum sono stati dati da Acea al comitato per il no, quindi soldi dei cittadini che vengono spesi con criteri assurdi", ha spiegato Giorgia, del Coordinamento romano Acqua pubblica. "L'iniziativa di oggi - ha aggiunto - rientra all'interno della campagna che stiamo portando avanti, la 'campagna per l'obbedienza al referendum': i due quesiti che sono stati votati a giugno da 27 milioni di persone sono tuttora disattesi. Con il decreto di Ferragosto e con il maxi-emendamento che stanno preparando adesso rilanciano le privatizzazioni e le liberalizzazioni.

IL BLITZ DEGLI ATTIVISTI-ROBIN HOOD

Il secondo quesito referendario - ha proseguito Giorgia - parlava dell'abrogazione della remunerazione del capitale investito, un 7% che i privati prestano a garanzia preventiva dei loro investimenti: questo 7%, nonostante sia stato abolito, è tuttora calcolato in bolletta. La campagna dell'obbedienza quindi - che verrà rilanciata alla manifestazione nazionale del prossimo 26 novembre - implica quindi il rigetto dell'attuale bolletta ed un suo ricalcolo; se questo non avverrà - ha concluso - i cittadini intendono fare una sorta di autoriduzione della bolletta. Partiranno degli sportello informativi sui territori e sui municipi per ricalcolare la bolletta e rispettare la volontà referendaria". Nel corso della manifestazione, che è durata circa 15 minuti, gli sportelli Acea sono stati temporaneamente chiusi, creando qualche disagio ai clienti presenti.

Una trentina di attivisti, sempre vestiti da Robin Hood, dopo aver manifestato davanti la sede Acea si sono spostati a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma. Con un grande striscione che recitava "Togliere ai ricchi per dare a tutti. L'acqua non è un debito", e le bandiere blu del referendum del 12 e 13 giugno scorso ("2 sì per l'acqua bene comune"), i manifestanti hanno consegnato la loro lettera al capo di gabinetto, Maurizio Venafro (il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, è fuori Roma per impegni lavorativi).

"Siamo venuti qui - ha detto Simona, del Crap - per consegnare al presidente Zingaretti (che è anche il presidente dell'Aato) un sollecito a eliminare il profitto dalla bolletta dell'acqua, rispettando il secondo quesito referendario, con cui nel giugno scorso i cittadini hanno chiesto che sulla tariffa dell'acqua non ci sia spazio per quel profitto privato garantito per legge che tuttora viene affidato ai gestori. Il servizio idrico - ha aggiunto la rappresentante del Crap - è un servizio, non è un motivo per fare profitto, perciò noi chiediamo che da subito venga eliminata questa quota di profitto e che venga restituito ai cittadini ciò che hanno indebitamente pagato dal 20 luglio in poi".
fonte: LaRepubblica (11 novembre 2011)