Ieri il Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Lazio ha incontrato l’Assessore regionale Refrigeri, come concordato a margine dell’assemblea di martedì 16 alla Pisana, durante la quale il coordinamento ha presentato una proposta di nuova suddivisione del territorio regionale in ABI (Ambiti di Bacino Idrografico). Sono infatti scaduti i termini per la definizione dei nuovi ABI previsti dalla legge 5/2014 avente ad oggetto “tutela, governo e gestione pubblica delle acque”, proposta dai comitati e da 54 Consigli Comunali e approvata all'unanimità dal Consiglio regionale nel marzo scorso.
Per questo ieri all'Assessore è stato consegnato il testo di legge di costituzione degli Ambiti di Bacino Idrografico con allegata la relazione tecnica e la convenzione di cooperazione tipo, ovvero l’intero pacchetto normativo necessario all’immediato avvio del nuovo modello di governance, oltre ad un breve articolato contenente le modifiche alla legge regionale n. 5 del 4 aprile 2014 atte ad evitare il pronunciamento della Corte Costituzionale in ordine all’impugnativa del consiglio dei ministri.
I testi presentati sono il risultato di un impegno purtroppo unilaterale del coordinamento regionale, dato che i previsti tavoli tecnici concordati con lo stesso Assessore nel mese di settembre non sono mai stati convocati. Un impegno reso necessario anche dalla scadenza, al 31 dicembre 2014, delle attuali Autorità d'ambito, prorogate dal 2012.
L’Assessore, nel ricevere le proposte, si è dichiarato ancora una volta concorde con i loro principi ispiratori, ed ha giustificato la mancata convocazione dei tavoli con la necessità di attendere l’evoluzione della normativa nazionale per comprendere la compatibilità delle scelte da adottare.
Ha anche lamentato come nella Conferenza Stato-Regioni la posizione del Lazio, rappresentata dalla legge n. 5 del 4 aprile 2014, sia rimasta isolata non recuperando, come sperato, il sostegno di altre amministrazioni regionali.
L’assessore ha quindi ribadito l’intenzione della giunta di mantenere ferma la singolarità del Lazio nei limiti di manovra consentiti dalla normativa nazionale.
Per quanto attiene all’impugnativa della legge ha fatto sapere di un’interlocuzione in essere con il ministro Lanzetta con la quale è previsto un incontro tra il 10 e il 15 gennaio 2015.
Il Coordinamento ha rilevato come le modifiche alla legislazione nazionale non siano in contrasto con la proposta presentata ma che, al contrario, il modello dell’ABI può essere la risposta innovativa alle modifiche della normativa nazionale in materia di gestione dei servizi.
Non c'è dunque alcun bisogno di indugiare ancora, la proposta può essere portata in Consiglio già entro il 31 dicembre, per essere poi emendata nel termine di sei mesi attraverso quel percorso partecipato da cittadini e amministrazioni locali che non ha finora preso il via.
Per questo non si comprende la necessità di procedere, come proposto dall'Assessore, attraverso un atto di giunta che, entro il 31/12, relazioni sullo stato del servizio sul territorio, superando in questo modo la scadenza delle attuali ATO.
Il coordinamento si è detto comunque disponibile ad un ulteriore confronto, fissato nel 29 dicembre, su un testo da presentare in Consiglio il 30/12, che dia chiare indicazioni sul percorso avviato dalla legge 5/2014, gettando quindi le basi per l'organizzazione futura della gestione del servizio idrico nel Lazio, a partire da nuovi ambiti territoriali basati su criteri idrogeologici, demografici e strutturali. Unici presupposti in grado di consentire una gestione della risorsa idrica che sia efficiente, efficace ed equa nei confronti dell'ambiente e delle comunità locali.
Ci auguriamo che nel rimandare l'attuazione di tali principi non si celi la volontà di aggirarli, a beneficio di Acea la cui espansione in centro Italia sembra essere vista con favore anche dallo stesso Partito Democratico.
Per questo ieri all'Assessore è stato consegnato il testo di legge di costituzione degli Ambiti di Bacino Idrografico con allegata la relazione tecnica e la convenzione di cooperazione tipo, ovvero l’intero pacchetto normativo necessario all’immediato avvio del nuovo modello di governance, oltre ad un breve articolato contenente le modifiche alla legge regionale n. 5 del 4 aprile 2014 atte ad evitare il pronunciamento della Corte Costituzionale in ordine all’impugnativa del consiglio dei ministri.
I testi presentati sono il risultato di un impegno purtroppo unilaterale del coordinamento regionale, dato che i previsti tavoli tecnici concordati con lo stesso Assessore nel mese di settembre non sono mai stati convocati. Un impegno reso necessario anche dalla scadenza, al 31 dicembre 2014, delle attuali Autorità d'ambito, prorogate dal 2012.
L’Assessore, nel ricevere le proposte, si è dichiarato ancora una volta concorde con i loro principi ispiratori, ed ha giustificato la mancata convocazione dei tavoli con la necessità di attendere l’evoluzione della normativa nazionale per comprendere la compatibilità delle scelte da adottare.
Ha anche lamentato come nella Conferenza Stato-Regioni la posizione del Lazio, rappresentata dalla legge n. 5 del 4 aprile 2014, sia rimasta isolata non recuperando, come sperato, il sostegno di altre amministrazioni regionali.
L’assessore ha quindi ribadito l’intenzione della giunta di mantenere ferma la singolarità del Lazio nei limiti di manovra consentiti dalla normativa nazionale.
Per quanto attiene all’impugnativa della legge ha fatto sapere di un’interlocuzione in essere con il ministro Lanzetta con la quale è previsto un incontro tra il 10 e il 15 gennaio 2015.
Il Coordinamento ha rilevato come le modifiche alla legislazione nazionale non siano in contrasto con la proposta presentata ma che, al contrario, il modello dell’ABI può essere la risposta innovativa alle modifiche della normativa nazionale in materia di gestione dei servizi.
Non c'è dunque alcun bisogno di indugiare ancora, la proposta può essere portata in Consiglio già entro il 31 dicembre, per essere poi emendata nel termine di sei mesi attraverso quel percorso partecipato da cittadini e amministrazioni locali che non ha finora preso il via.
Per questo non si comprende la necessità di procedere, come proposto dall'Assessore, attraverso un atto di giunta che, entro il 31/12, relazioni sullo stato del servizio sul territorio, superando in questo modo la scadenza delle attuali ATO.
Il coordinamento si è detto comunque disponibile ad un ulteriore confronto, fissato nel 29 dicembre, su un testo da presentare in Consiglio il 30/12, che dia chiare indicazioni sul percorso avviato dalla legge 5/2014, gettando quindi le basi per l'organizzazione futura della gestione del servizio idrico nel Lazio, a partire da nuovi ambiti territoriali basati su criteri idrogeologici, demografici e strutturali. Unici presupposti in grado di consentire una gestione della risorsa idrica che sia efficiente, efficace ed equa nei confronti dell'ambiente e delle comunità locali.
Ci auguriamo che nel rimandare l'attuazione di tali principi non si celi la volontà di aggirarli, a beneficio di Acea la cui espansione in centro Italia sembra essere vista con favore anche dallo stesso Partito Democratico.
Roma, 23 dicembre 2014
Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Lazio