Mentre l'Assemblea capitolina sta accelerando l'approvazione di un bilancio di tagli e privatizzazioni, un fronte ampio di realtà sociali si riunirà il 14 marzo alle 10.00 in un'assemblea pubblica, presso la Casa delle Culture, per coordinare una prima mobilitazione cittadina per il 19 marzo, che dica chiaramente che Roma Non si Vende.
Il bilancio in discussione è invece una lista di tagli e vendite di pezzi di città, che addirittura comprime il “Piano di rientro" da 3 anni ad 1 anno, rendendo ancora più traumatico il peso che le classi sociali più deboli dovranno sopportare, in termini di riduzione dei servizi, aumento delle tariffe e peggioramento della qualità della vita.
Ma se da un lato si taglia, dall'altro si consegnano importanti risorse pubbliche agli appetiti privati, consentendogli profitti facili e sicuri attraverso la privatizzazione di servizi e la vendita di beni pubblici e lanciando “grandi opere” ad alto costo e bassa utilità.
Un meccanismo già visto, nel quale è facile il proliferare di quell'economia criminale emersa con Mafia Capitale.
Un bilancio che approfondisce le diseguaglianze sociali, acuendo le già drammatiche condizioni della periferia e spingendo i cittadini verso l’esasperazione, senza peraltro ridurre il debito comunale.
Per questo un fronte ampio si sta creando contro questo bilancio, un fronte composto da una serie di realtà che in questi anni hanno studiato la situazione dei servizi e del patrimonio di questa città, le condizioni dei cittadini e dei lavoratori, che hanno formulato proposte alternative e praticabili a quella che è una vendita di Roma e dei diritti di chi la abita.
E' infatti possibile invertire la rotta, rinegoziando un debito che arricchisce le banche e strangola i cittadini, tassando i grandi patrimoni privati, mettendo in discussione il patto di stabilità interno e gestendo anche la spesa pubblica in modo più trasparente e solidale.
Il 19 saremo in piazza per ricordare alla città e ai consiglieri comunali che questi sono I temi di cui occuparsi se si vogliono tutelare gli interessi dei cittadini e non quelli degli speculatori.
Il 28 febbraio Roma ha saputo dimostrare di non volersi vendere alla “nuova” Lega, ora è necessario ribadire che Roma Non si Vende nemmeno ai vecchi e nuovi speculatori.
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