Sembra una
domanda scontata, ma non sappiamo come risponderebbero il Sindaco
Marino, i vertici di Acea, il Prefetto Gabrielli, il Presidente del
Municipio IV, e tutte le figure responsabili, a vario titolo, del
violento sgombero del campo di Ponte Mammolo e dell'attuale
situazione dei suoi ex-occupanti.
Aldilà della
rassicurante ricostruzione delle dichiarazioni ufficiali la realtà è
quella di decine di persone, in maggior parte provenienti dal Corno
d'Africa, abbandonate al proprio destino sul piazzale antistante le
loro ex-case, lasciati senza servizi igienici e senz'acqua! I bagni
pubblici sul piazzale sono infatti a secco, così come un tubo che
spunta da un muretto, e che potrebbe essere una provvisoria
soluzione. Pare che la valvola sia stata chiusa anni fa, proprio per
impedire che la baraccopoli attingesse alla “nostra” acqua
Ma allora che
valore ha la dichiarazione di accesso all'acqua come diritto umano
dell'ONU?
Delle due
l'una: o le personalità sopra citate non considerano umani coloro
che si trovano in queste ore a Via delle Messi d'Oro, o si stanno
macchiando della violazione di un diritto umano. Ancora più grave
quando a farlo è un medico, sindaco della nostra città e quindi
azionista di maggioranza di Acea, che potrebbe fare un'ordinanza
immediata di riallaccio, come fatto qualche giorno fa dal suo collega
bolognese.
Il
coordinamento romano acqua pubblica, come sempre, è dalla parte del
diritto all'acqua senza se e senza ma, anche se per tutelarlo è
necessario armarsi di attrezzi di idraulica, laddove le istituzioni
si trincerano dietro i comunicati stampa