Per il secondo anno il Coordinamento Romano Acqua Pubblica, insieme alla Fondazione Finanza Etica, ha partecipato in veste di azionariato critico all'assemblea dei soci di Acea S.p.A..
Obiettivo della nostra presenza far risaltare la contraddizione di un'azienda multinazionale, "forte" quando si tratta di titoli in borsa e dividendi, ma assolutamente insufficiente in tema di gestione del servizio idrico, uno dei principali asset dell'azienda.
Concentrandosi su Acea Ato 2 S.p.A., controllata che opera a Roma e provincia, le perdite idriche sono ancora oltre il 38%, nonostante una riduzione rivendicata dall'azienda basata però solo su stime e non sul bilancio idrico del 2017. Da questo i disagi derivati la scorsa estate, con il disastro ambientale sul lago di Bracciano e decine di comuni in turnazione idrica, a fronte del quale è stato chiesto dai sindaci dell'ATO 2 la destinazione dei dividendi al risanamento delle reti.
Abbiamo ribadito in assemblea tale richiesta a cui il Consiglio di Amministrazione ha risposto, senza mezzi termini che non c'è nessuna intenzione di modificare la politica dei dividendi di Acea Ato 2 S.p.A..
Altro dato preoccupante è l'enorme indebitamento che Acea Ato 2 S.p.A. ha nei confronti della "casamadre" Acea, nonostante sia proprio Acea Ato 2 a produrre utili sulle bollette dell'acqua, che vengono però tutti assorbiti dall'azienda madre, che poi li "restituisce" alla sua controllata in forma di prestito a tasso di mercato. Un meccanismo contorto, che sottrae risorse preziose ad un settore cruciale come quello dell'acqua, nel quale tutto dovrebbe essere investito per non disperdere neanche una goccia e garantire a tutt@ il diritto all'acqua. Tutto questo sta emergendo chiaramente dal Tavolo istituzionale di ripubblicizzazione su Acea Ato 2, nel quale sempre più i sindaci si stanno rendendo conto di come l'uscita da Acea e il ritorno del servizio in mano pubblica sia non solo giusto, ma anche necessario per sfuggire ad una finanziarizzazione dell'acqua che già ha mostrato le sue "falle".
Modelli diversi esistono, e sempre più città europee stanno scegliendo questa strada.
Saprà Roma seguirne l'esempio?
Roma, 20 Aprile 2018.
Obiettivo della nostra presenza far risaltare la contraddizione di un'azienda multinazionale, "forte" quando si tratta di titoli in borsa e dividendi, ma assolutamente insufficiente in tema di gestione del servizio idrico, uno dei principali asset dell'azienda.
Concentrandosi su Acea Ato 2 S.p.A., controllata che opera a Roma e provincia, le perdite idriche sono ancora oltre il 38%, nonostante una riduzione rivendicata dall'azienda basata però solo su stime e non sul bilancio idrico del 2017. Da questo i disagi derivati la scorsa estate, con il disastro ambientale sul lago di Bracciano e decine di comuni in turnazione idrica, a fronte del quale è stato chiesto dai sindaci dell'ATO 2 la destinazione dei dividendi al risanamento delle reti.
Abbiamo ribadito in assemblea tale richiesta a cui il Consiglio di Amministrazione ha risposto, senza mezzi termini che non c'è nessuna intenzione di modificare la politica dei dividendi di Acea Ato 2 S.p.A..
Altro dato preoccupante è l'enorme indebitamento che Acea Ato 2 S.p.A. ha nei confronti della "casamadre" Acea, nonostante sia proprio Acea Ato 2 a produrre utili sulle bollette dell'acqua, che vengono però tutti assorbiti dall'azienda madre, che poi li "restituisce" alla sua controllata in forma di prestito a tasso di mercato. Un meccanismo contorto, che sottrae risorse preziose ad un settore cruciale come quello dell'acqua, nel quale tutto dovrebbe essere investito per non disperdere neanche una goccia e garantire a tutt@ il diritto all'acqua. Tutto questo sta emergendo chiaramente dal Tavolo istituzionale di ripubblicizzazione su Acea Ato 2, nel quale sempre più i sindaci si stanno rendendo conto di come l'uscita da Acea e il ritorno del servizio in mano pubblica sia non solo giusto, ma anche necessario per sfuggire ad una finanziarizzazione dell'acqua che già ha mostrato le sue "falle".
Modelli diversi esistono, e sempre più città europee stanno scegliendo questa strada.
Saprà Roma seguirne l'esempio?
Roma, 20 Aprile 2018.
Coordinamento Romano Acqua Pubblica