La Giunta Alemanno dice no alla moratoria sulle scadenze del decreto Ronchi.
Ennesima prova di ottusità della maggioranza in Campidoglio
Ieri, 24 novembre, in occasione del consiglio comunale straordinario su Acea i cittadini presenti hanno ricevuto un'ennesima prova dell'ottusità dell'amministrazione capitolina.
In un consiglio comunale poco meno che blindato, al quale i cittadini sono stati ammessi con il contagocce dopo estenuanti trattative, solo dopo quattro ore di attesa è stato possibile incontrare uno dei capigruppo della maggioranza, come era stato richiesto ufficialmente da giorni. Dalla delegazione del coordinamento romano acqua pubblica presente è stata avanzata all'On. Gramazio, capogruppo Pdl, la richiesta di votare a favore della mozione 5, presentata da tutta l'opposizione, contenente il sostegno alla richiesta di moratoria sul decreto Ronchi e sul provvedimento di abolizione degli Aato, e il rispetto della volontà di oltre 1.400.000 di cittadini che chiedono di dire la loro sulla gestione del servizio idrico, esprimendosi attraverso il voto referendario entro il 2011. Un atto in difesa della democrazia quindi, ancor prima che in difesa del diritto all'acqua. La democrazia non è evidentemente una priorità per la maggioranza che sede in Aula Giulio Cesare, che ha votato contro questa semplice richiesta, sostenendo di fidarsi di più “dell'azione” che il Sindaco Alemanno sta intraprendendo nei confronti del governo in merito al Decreto Ronchi. Il coordinamento romano acqua pubblica ha quindi richiesto un incontro con il Sindaco, che possa svelare in cosa consista questa “azione” e in che modo si discosti dalla richiesta di rispetto della democrazia bocciata ieri in Consiglio Comunale.
La pressione esercitata dal movimento per l'acqua pubblica in questi ultimi mesi deve comunque aver sortito un qualche effetto, se il Sindaco Alemanno ha operato una vera e propria retromarcia rispetto all'intenzione, più volte annunciata, di procedere alla vendita di parte delle quote pubbliche di Acea anticipando le scadenze del decreto Ronchi. Il Sindaco ha infatti dichiarato, in apertura del Consiglio, che il Comune di Roma non si affretterà a vendere per “fare cassa” e che non ci sarà nessuna fuga in avanti rispetto alle scadenze previste.
Al movimento per l'acqua non bastano queste dichiarazioni, come non bastano ai lavoratori Acea le rassicurazioni sulla “salvaguardia integrale” dei posti di lavoro; il nostro percorso ha un'orizzonte diverso: l'uscita dei privati e della loro sete di profitto dalla gestione del servizio idrico. La partita è aperta: c'è un referendum in campo che aspetta di essere vinto.
Roma, 25 novembre 2010