I
comitati per l'acqua pubblica, promotori della proposta di
legge per la gestione pubblica del servizio idrico n°31, ritengono
che la delibera di giunta n°40 del 28 gennaio 2014 comprometta
seriamente la possibilità di
una discussione aperta e proficua sul testo della legge stessa.
Le linee
guida allegate alla delibera, con
l’esclusione dei punti 1 e 2, per altro inadeguati e insufficienti,
presentano nella sostanza contenuti in netto contrasto ed
inconciliabili con quelli della proposta di legge di iniziativa
popolare, interpretando in modo restrittivo le possibilità
aperte dalla normativa risultante dai referendum del 2011.
La
definizione della natura economica del servizio idrico integrato e
l'istituzione di un Ato unico regionale vanno infatti in direzione
contraria
a quanto affermato dalla legge n°31, che punta invece a porre il
servizio idrico fuori dalle regole di mercato, nel rispetto dei
referendum di giugno 2011 e della normativa europea, e a rafforzare
la partecipazione dei cittadini e dei consigli comunali nella
gestione di un bene comune come l'acqua.
Preso
atto della disponibilità manifestata dall'assessore Refrigeri
giovedì 30 gennaio durante l'incontro con una delegazione del presidio regionale per
l'acqua pubblica, chiediamo quindi che la
delibera n°40 venga revocata oppure riformulata sulla base dei
contenuti del
testo di legge n°31.
Pensiamo
che questo sia un atto non solo di rispetto della volontà popolare
espressa dai referendum, ma anche di coerenza rispetto all'intenzione
di valorizzare la partecipazione dei cittadini, così come da
programma dell'attuale coalizione di governo regionale.
Ricordiamo
inoltre che, lo Statuto
Regionale non solo stabilisce i termini della discussione
dell'attuale testo di legge, nel
caso specifico entro il prossimo 25 marzo,
ma, attraverso l'art.62 comma 2 specifica che qualora “si
proceda non in ordine alla proposta di legge”
il Presidente della Regione dovrà indire il previsto referendum
popolare.
Riteniamo
e auspichiamo che non si debba tornare a chiedere ai cittadini del
Lazio di esprimersi su un concetto già sancito da oltre 2 milioni di
voti: l'acqua è un bene comune e, come tale, deve essere gestita in
modo pubblico, partecipato, e fuori dalle regole di mercato e di
profitto.
Il
prossimo appuntamento, che vedrà i comuni promotori della legge
riunirsi in un consiglio comunale aperto ospitato
dall'amministrazione di Ciampino, è per venerdì 7 febbraio alle ore 10 e sarà senz'altro un'ulteriore
occasione per contribuire in modo concreto all'iter della legge,
anche attraverso la produzione di documentazione ufficiale.
Coordinamento
regionale acqua pubblica Lazio