venerdì 24 ottobre 2014

Diritti e partecipazione riempiono il vuoto della Casa della Città del Comune di Roma


Ieri alla Casa della città del Comune di Roma si è svolta una partecipata assemblea convocata da deLiberiamo Roma per discutere in maniera aperta di patrimonio pubblico, acqua, scuola e finanza pubblica, in risposta alla chiusura della giunta comunale, che non si è presentata alla discussione prevista sugli stessi temi alla Sala della Protomoteca in Campidoglio il 3 ottobre scorso. 
Durante l’assemblea è arrivato il vice sindaco Luigi Nieri, con l’intento di dare il benvenuto alle più di trecento cittadine e cittadini presenti. Abbiamo colto l’occasione per chiedere le intenzioni della giunta riguardo le 4 delibere di iniziativa popolare sottoscritte da 32.000 persone che, invece di essere in discussione in Giunta, giacciono in qualche cassetto in Campidoglio. Nonostante il sorriso rassicurante, le risposte del Vicesindaco sono purtroppo rimaste simili al silenzio istituzionale che ha finora riguardato i nostri temi. Caso eccezionale di silenzio dissenso.
Abbiamo chiesto delle parole chiare sull’acqua, rispetto alle recenti dichiarazioni di Marino di voler seguire il percorso già tracciato da Alemanno privatizzando ulteriormente Acea, e riguardo alle migliaia di distacchi idrici che Acea in questi giorni sta attuando nella nostra città.
Successivamente, alla richiesta di discussione sulla delibera del Patrimonio da noi presentata , Nieri ha chiuso ogni possibilità di dialogo affermando che l’amministrazione ha già espresso un opinione sull’argomento accogliendo la delibera da lui elaborata in qualità di assessore.
Come al solito, la risposta amministrativa è stata totalmente mancante di una connessione reale coi temi della politica sociale e di una effettiva collaborazione con la cittadinanza.
Come dire, partecipate, che tanto poi non se ne fa nulla.
È questo infatti il punto della questione: la crisi democratica. Un’Amministrazione strozzata dal mito della crisi, del fiscal compact e della modifica dell’articolo 81 della Costituzione, che decide di rispettare tutte le regole che vengono dall’alto ma di non considerare la volontà dei cittadini, che chiede, semplicemente, di vedere garantiti alcuni diritti inalienabili, almeno finora: quello all’acqua, all’istruzione, alla casa e a spazi aperti alla partecipazione della cittadinanza. Il tutto garantito da un’economia funzionale al mantenimento di tali diritti. La domanda è: la borsa o la vita? Questa è la scelta a cui gli uomini politici non come meri amministratori burocrati vorremmo rispondessero.