Acea SpA è sempre più determinata ad accaparrarsi l'affare milionario della gestione del servizio idrico in centro-sud Italia, con la complicità silente delle istituzioni, Regione e città metropolitana in primis, che invece dovrebbero rispettare la volontà popolare che ha detto chiarimento no alla gestione privata dell'acqua.
L'ultima mossa dell'azienda di Piazzale Ostiense è arrivata sotto l'albero di Natale: una lettera, datata 23 dicembre contenente l'istanza di fusione tra Acea Ato2 e Acea Ato 5, rispettivamente gestori del servizio idrico delle provincie di Roma e Frosinone.
Rispetto a questo gli oltre 200 Enti Locali interessati non ci risulta siano stati nemmeno informati: è il privato che decide, i consigli comunali e i cittadini non contano!
Quindi chi non ha informato i sindaci, cioè la Segreteria Tecnico Operativa dell'Ato 2 e la Città metropolitana di Roma nella persona del Vicesindaco Mauro Alessandri, ha compiuto una scelta chiara: un silenzio tutto a favore di Acea SpA.
La vita e la salute dei cittadini, il destino dei territori, il controllo democratico dei cittadini e delle autonomie locali sono solo un dettaglio da liquidare, come insegnano le leggi della Toscana e della Campania in cui, non ai cittadini, ma agli stessi sindaci è riconosciuto - e solo a qualcuno di loro – un mero diritto di tribuna.
ACEA S.p.A., controlla già i gestori della Toscana e dell'Umbria e oltre alla fusione di ACEA ATO 2 ed ACEA ATO 5, vuole acquistare Acqualatina e punta ad assumere la gestione dell'ATO 1 di Viterbo.
Noi crediamo che sull'acqua le mire finanziarie di una società che ha come unico scopo il profitto non devono passare e chiamando i Sindaci alla rivolta, intendiamo affermare la più dura opposizione dei cittadini a questa proposta.
Roma, 14 Gennaio 2016.
Coordinamento Romano Acqua Pubblica